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Terremoto: Amministratori condominio, si deve parlare di prevenzione

08 settembre 2016 | 14.54
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Terremoto: Amministratori condominio, si deve parlare di prevenzione

“Purtroppo, ci troviamo a dover riflettere su questioni di vitale importanza solo dopo che avvengono eventi dai risvolti così tragici come il recente terremoto. Non si parla mai di prevenzione quando davvero sarebbe opportuno farlo". A dirlo il presidente di Anaci (Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari), Francesco Burrelli, richiamando l’attenzione sul tema della sicurezza complessiva degli edifici: da quella antisismica all’impiantistica elettrica, idraulica, antincendio, ascensori.

"Chiediamo al governo un tavolo a livello nazionale dove sono presenti tutti gli attori che possono contribuire a garantire la sicurezza e la vivibilità del cittadino: in Italia -ricorda- sono circa 1 milione e 200 mila i condomini a rischio sicurezza. Nelle abitazioni si contano annualmente 30.000 incidenti di cui 6.000 di origine elettrica".

"Il terremoto -sottolinea- di per sé non uccide. Sono le opere dell’uomo, non realizzate correttamente, ad uccidere. La casa rappresenta per ciascuno di noi il luogo degli affetti, dell’intimità, della protezione, dove ci dovremo sentire al sicuro. Per tale motivo, Anaci offrirà il proprio contributo a un progetto sociale nei comuni danneggiati dal terremoto".

"Iniziamo a fare un check completo -continua- delle strutture fornendo la possibilità a coloro che hanno il titolo o la personalità giuridica per farlo di richiedere in tempo reale al Comune e agli enti di pubblici di competenza tutti i certificati obbligatori relativi all’immobile e se il lavoro dei tecnici che hanno rilasciato le certificazioni è stato effettuato in modo rigoroso e rispondente alle leggi vigenti, non ci saranno ulteriori costi per il cittadino. Solo così -assicura Burrelli- sarà possibile promuovere una cultura diffusa della sicurezza nei cittadini che dovranno sempre più diventare attori protagonisti di questo nuovo percorso".

"Non è pensabile, infatti, che sia lo Stato -chiarisce- a farsi carico completamente del controllo, gestione e finanziamento della manutenzione programmatica di tutti gli stabili privati, tanto più considerato che la normativa antisismica risale agli anni '80. E quello che è stato costruito prima? Dovrebbe esserci, per lo meno, una compartecipazione dei costi tra pubblico e privato".

"La nostra proposta -precisa il presidente di Anaci- è quella di fornire ai proprietari degli immobili un vero e proprio libretto d’istruzioni, come avviene per qualsiasi semplice elettrodomestico che abbiamo in casa, attraverso il quale conoscere le caratteristiche degli impianti e delle strutture della propria abitazione, al fine di programmare una corretta ed adeguata attività di manutenzione. Oltre che -continua- effettuare controlli e sanzioni per mancati adeguamenti e provvedimenti nei confronti dei tecnici e operatori che effettuano dichiarazioni mendaci o non rispondenti allo stato di fatto".

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