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Napoli: La Falegnameria dell’attore, sipario alzato sul mito

15 novembre 2016 | 17.33
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Pina Giarmanà e Gigliola de Feo
Pina Giarmanà e Gigliola de Feo

Il mito entra in una delle scuole di recitazione teatrale e cinematografica più importanti del Paese. Negli storici spazi del teatro Sancarluccio di Napoli debutta, infatti, il nuovo spettacolo de La Falegnameria dell’attore, una produzione Miramarefilm, dal titolo 'Due Miti come noi (la vera storia di Penny & Dido)' che ha l’obiettivo di emozionare il grande pubblico attraverso un viaggio artistico sospeso tra mito e vita reale, condito con una grossa dose di (auto)ironia.

Scritto e interpretato da Gigliola de Feo, attrice già allieva a Roma e poi assistente di Giulio Scarpati, con Pina Giarmanà, attrice nata e cresciuta nella compagnia di Roberto De Simone, per la regia di Andrea Fiorillo, attore e regista formatosi sulle tavole dello storico teatro Sancarluccio di Napoli, lo spettacolo parte dal presupposto che cambiando la prospettiva da cui si guarda, si può godere la sorpresa di un panorama profondamente mutato.

Racconta Gigliola de Feo, autrice e interprete della pièce: "L'ironia, e ancor di più l'autoironia, sono la chiave principale, soprattutto nella prima parte dello spettacolo, poiché credo che la capacità di saper sorridere di se stesse sia una caratteristica che le donne hanno sviluppato diffusamente nel corso dei secoli. Il mio personale modo di essere e di sentire mi spinge da sempre ad indagare le questioni di genere: ecco perché, nella seconda parte dello spettacolo, mi servo della voce di Penelope e Didone per accendere i riflettori sulle donne oggi, sulla loro quotidiana battaglia, a volte 'solo' per ottenere rispetto, a volte addirittura per la mera sopravvivenza".

“Partendo dal mito, che diventa per i greci spiegazione dell’inspiegabile - spiega Andrea Fiorillo, regista dello spettacolo- questo spettacolo prova a capovolgere il punto di vista, che in una società maschilista come quella classica, vede le due protagoniste, Didone e Penelope, relegate in secondo piano, rispetto alla potenza del racconto di Ulisse ed Enea".

"Ma in un mondo che cambia finalmente -avverte- anche se non ancora quanto dovrebbe, le due protagoniste riescono a farci leggere le loro vicende da una nuova prospettiva, che parla di autonomia, di scelta, di coraggio, di valore, di libertà. Un viaggio, il nostro, nel loro mondo, che è come quello che ci appartiene, un mondo che cambia da un interno di una stanza, che cresce nel confronto di due donne diverse, a tratti lontane ma che con coraggio provano a cambiare la storia, la loro e la nostra".

Cosa succederebbe se Didone e Penelope, da sempre relegate in secondo piano dalla primazia dei loro compagni, potessero finalmente dire la loro liberamente, svelandoci cose che neanche abbiamo mai sospettato e togliersi così un bel po’ di soddisfazioni? Ecco che, come per magia, il sipario si alza su una conversazione intima tra due che forse non sono neppure amiche, ma che scelgono di condividere memorie e futuro, sulla base di un’alleanza al femminile da cui scaturiscono lacrime e risate, rabbia e passione, storia, mito e invenzione, in un crescendo che conduce gli spettatori a ritmo serrato fino ad un finale sorprendente e inatteso.

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