"E’ sempre mancato e manca, soprattutto oggi, sulla mission dell’Amministrazione finanziaria, un diffuso consenso sociale, un sostegno politico espresso e, soprattutto, un riconoscimento, una legittimazione sociale ed, infine, un patto solidaristico tra i cosiddetti 'poteri forti', affinché gli uffici dell’Amministrazione finanziaria possano svolgere, con prestigio ed autorevolezza, il delicato, complesso ed odioso compito del gabelliere". Lo dice Sebastiano Callipo, segretario generale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, delineando il panorama del sistema agenziale italiano.
"Aleggiano sui nostri uffici -fa notare- pesanti strategie denigratorie e alcuni progetti riformisti più o meno illuminati e più o meno bilanciati verso i contribuenti e meno verso i dipendenti. In tale contesto, appaiono drammaticamente involutive e implosive le modifiche ai comparti di contrattazione e il futuro contrattuale di 300mila dipendenti pubblici, figli di 32 realtà amministrative soppresse, che dovranno essere sussunte in un unico contratto quadro".
"Il nostro futuro -sottolinea- dipende da una sana democrazia, nella quale anche i valori del lavoro e i diritti dei lavoratori sono un elemento essenziale di una dinamica progressiva, che dovrebbe stimolare ottimismo e fiducia nel futuro, elementi tutti, oggi, assenti".