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Professioni: Calderone (Cup): jobs act lavoratori autonomi è priorità

16 gennaio 2017 | 10.54
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Marina Calderone
Marina Calderone

Priorità: il Jobs act dei lavoratori autonomi. È questo il primo obiettivo in agenda, come spiega in un'intervista a 'Corriere Economia' per la presidente del Comitato unitario degli Ordini e Collegi professionali, Marina Calderone, appena rieletta al vertice del Cup. "Il disegno di legge -spiega Calderone- è un testo moderno e adatto alle esigenze attuali del mercato del lavoro e colma, almeno in parte, un ritardo non più tollerabile per il comparto del lavoro autonomo e professionale che, non dimentichiamolo, coinvolge 2,3 milioni di iscritti agli Albi che contribuiscono ad alimentare il 15% circa del Pil e un indotto occupazionale di circa 4 milioni di persone".

Per Calderone "se oggi un professionista si ammala non solo non ha la copertura della malattia, ma deve continuare a pagare i contributi previdenziali anche quando l’astensione dall’attività si prolunga nel tempo. Questo disegno di legge è quindi l’ideale completamento del percorso di riforma iniziato con i decreti del Jobs act".

I passaggi più convincenti del provvedimento, spiega Calderone, sono "almeno due. Il primo è rappresentato dalla consapevolezza che nel rapporto di lavoro il professionista non è il soggetto forte nei confronti del committente e quindi va meglio tutelato. Il secondo, invece, è rappresentato dalla definitiva affermazione del ruolo dei liberi professionisti quali soggetti economici che integrano realtà produttive economicamente simili alle Pmi per dimensioni, problematiche ed esigenze".

"Durante la crisi economica degli ultimi anni -continua Calderone- si sono riscontrati vari fronti di sofferenza per il lavoro autonomo. Il testo ha previsto così vari interventi per reprimere condotte abusive nell’attività libero professionale, in grado di rappresentare gravi disequilibri contrattuali, fino a forme di vero e proprio sfruttamento".

Secondo il Cup, però, "la linea d’intervento intrapresa non sarebbe efficace se non affrontasse anche il tema centrale, presente nell’articolo 36 della Costituzione: l’equo compenso del professionista. Cioè una parcella correlata alla qualità e quantità del lavoro svolto. Pertanto, abbiamo ritenuto necessario inserire il riferimento a tale concetto stabilendo la nullità delle clausole contrattuali difformi".

Per Calderone, inoltre, nel provvedimento "si ribadisce quanto siano utili i professionisti nel rapporto con la pubblica amministrazione e nella tutela della fede pubblica. Una pubblica amministrazione che funziona bene aiuta indubbiamente anche l’economia. Il mondo degli Ordini può contribuire molto bene allo sviluppo dell’economia del Paese confermando l’affidabilità del circuito professionale".

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