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Lavoro: stipendio più basso? Solo in cambio di viaggi business

25 gennaio 2017 | 12.08
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Lavoro: stipendio più basso? Solo in cambio di viaggi business

Una nuova ricerca rivela che il 30% dei viaggiatori business sarebbe disposto ad accettare uno stipendio più basso, in cambio della possibilità di viaggiare di più per lavoro. Lo studio, commissionato da Booking.com Business, il leader mondiale nell’offerta di alloggi per chi viaggia per lavoro, dimostra come i manager delle aziende tendano a sottovalutare i viaggi business, considerandoli esclusivamente come una 'merce di scambio' e un’alternativa in termini di salario e retribuzione, oppure come incentivo e occasione per motivare gli impiegati e invogliarli a rimanere in azienda.

A partire dai risultati ottenuti, Booking.com Business ha identificato un trend più ampio, dove la linea di demarcazione tra viaggio d’affari e di piacere si sta sempre più assottigliando. I dati mostrano come quasi la metà dei viaggiatori business intervistati (il 49%) abbia deciso di prolungare un viaggio di lavoro prenotato negli ultimi 12 mesi, per continuare il soggiorno in un’altra città o paese, con il 27% dei partecipanti già deciso a fare la stessa cosa nel 2017. Secondo Booking.com Business, questo trend si riconfermerà nell’anno nuovo, con il 46% degli intervistati pronto a viaggiare di più per lavoro nel 2017, rispetto all’anno appena concluso.

Guardando all’Italia, il 28% dei viaggiatori business intervistati ha dichiarato di essere disposto ad accettare uno stipendio più basso in cambio di più viaggi di lavoro. I dati hanno, inoltre, rivelato che il 38% dei viaggiatori business ha esteso il proprio viaggio d'affari in una città o un paese diverso negli ultimi 12 mesi. Il 18% di questi farà lo stesso nel 2017.

Secondo Booking.com Business, questo trend si riconfermerà nel 2017 con il 35% deli intervistati pronto a viaggiare di più per lavoro. Dall'indagine emerge che il 48% delle persone sono disposte a fare il maggior numero possibile di attività quando visita una nuova destinazione. Il 22% dei viaggiatori business intervistati prenota il proprio viaggio in località nazionali una settimana prima, mentre il 25% prenota il proprio viaggio d’affari internazionale al massimo un mese prima della partenza.

“I viaggi di lavoro -afferma Ripsy Bandourian, director of product development per Booking.com Business- non sono più percepiti come una perdita di tempo o una seccatura, ma sono diventati l’occasione perfetta per espandere i propri orizzonti e dare una spinta alla carriera. La nuova generazione di lavoratori, ormai sempre con il laptop in borsa, è decisamente più 'mobile' e fluida, soprattutto quando si tratta di pianificare i viaggi e trovare un equilibrio tra business e tempo libero, o bleisure (dalla fusione di leisure, svago, e business, lavoro)".

"Di conseguenza -sostiene- i nuovi impiegati si aspettano datori di lavoro in grado di rispondere al loro bisogno sempre crescente di flessibilità e fluidità, anche arrivando a negoziare la retribuzione. Per questo, Booking.com offre una scelta molto ampia di strutture perfette per chi viaggia per affari, con l’obiettivo di offrire sempre il modo più facile, smart ed efficace di trovare, gestire e prenotare soggiorni di lavoro".

Oltre a città come Londra, Parigi e Francoforte (che restano mete top per i viaggi d’affari), Booking.com ha individuato altre 10 destinazioni in rapida crescita per i viaggiatori business. Tra quelle più in ascesa, in base all’aumento delle prenotazioni registrato negli ultimi 12 mesi, troviamo Praga, Budapest e Canton (Guangzhou): con il 55% degli intervistati sempre felice di partire per un viaggio di lavoro, queste gemme nascoste invogliano a prolungare il soggiorno per ottenere il massimo dal tempo a disposizione lontano dall’ufficio.

La nuova tipologia di viaggiatore business è molto incline a prenotare o a cambiare programma all’ultimo minuto. La ricerca di Booking.com Business, infatti, rivela come il 23% degli intervistati in viaggio per lavoro prenoti soltanto una settimana prima della partenza prevista per mete nazionali, e il 24% tra le due e le quattro settimane (o anche meno) prima di un viaggio verso mete internazionali.

“E' evidente -chiarisce Bandourian- come di fronte a questa tipologia variegata di nuovi viaggiatori business non sia possibile avere sempre lo stesso approccio univoco: il bisogno sempre più grande di flessibilità dovrebbe riflettersi anche nei regolamenti aziendali, contemplando nuove mete, l’uso di tecnologia e app per ottimizzare l’esperienza di viaggio dei propri dipendenti o provando nuove tipologie di struttura, come ville o alloggi in famiglia". "Se il dipendente ha la libertà di pianificare, prenotare e gestire il proprio itinerario, l’azienda ne beneficia in termini di soddisfazione degli impiegati già assunti e di buona pubblicità per nuovi talenti”, conclude.

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