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Professioni: Artist First, artista è sempre più imprenditore di se stesso

24 luglio 2017 | 13.13
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Claudio Ferrante
Claudio Ferrante

"L'artista sta diventando sempre di più imprenditore di se stesso, comunica attraverso i social e il proprio staff, affida la promozione all’agenzia che cura i concerti e si affida ai partner che ritiene migliori a seconda delle attività specifiche". Lo dice, in un'intervista a Labitalia, Claudio Ferrante, presidente e fondatore di Artist First, nata come alternativa al sistema distributivo delle aziende discografiche tradizionali. "L'artista di oggi -spiega- è costretto in qualche modo a fare da sé per diversi motivi, sia perché realizzare un album costa molto meno di qualche anno fa, sia perché desidera un controllo maggiore sul proprio album e le proprie attività. Una scelta strategica di questo tipo, inoltre, è molto più conveniente. Ad esempio, l'artista non deve convincere nessuno a scegliere di lanciare un determinato singolo invece di un altro".

"Per questo -ammette- ho creato Artist First. Qui l'artista, il produttore e le labels trovano un tramite diretto con il mercato del trade, ancora importantissimo in Italia, conta per una quota pari al 75%, e per le piattaforme digitali. E' un rapporto di partnership con gli artisti, non un'acquisizione di repertorio, in sostanza". "L’obiettivo è quello di mettere l’artista al centro e di aiutarlo a crescere grazie a un servizio di consulenza molto qualificato, anche pensando alla realizzazione di progetti fatti su misura per determinate esigenze", spiega.

"Il boom del web e l'arrivo dei social network -fa notare Claudio Ferrante- hanno avuto un forte impatto anche nel settore musicale, rendendo possibile la disintermediazione e favorendo, quindi, una comunicazione diretta tra l'artista e il fan. Solo quindici anni fa bisognava attendere l'ufficio stampa per dare una notizia, oggi a un'artista basta scrivere sui propri canali social per comunicare con gli addetti ai lavori e con i fan e personalizzare il concetto. La comunicazione, quindi, diventa sempre più diretta".

"In questo contesto -assicura- sono nate nuove professioni come il fan engagement manager che cerca di aggregare e stimolare i fan". Inoltre, "anche il talent scouting è cambiato: oggi, con i social network, artisti emergenti possono creare in uno-due anni delle fanbase importanti". Un altro aspetto su cui insiste Ferrante sono le diverse professionalità che muovo e stanno dietro i grandi eventi. "Spesso -avverte- quando si parla di grandi festival estivi, ci si ferma alle grandi performance degli artisti che sono saliti sul palco e non ci si rende conto dell’immenso lavoro che c’è dietro le quinte".

"Promoter locali -ricorda- organizzatori, professionisti che decidono di rischiare in proprio offrendo un prodotto che in Italia è sempre più di qualità sono l'anima dei grandi eventi musicali. I fonici, di cui si parla molto poco, i light designer, i tecnici audio, che grazie a ciò che fanno riescono a rendere uniche le esperienze di chi acquista un biglietto per una rassegna musicale".

"Penso al Collisioni Festival di Barolo -dice- ma anche al Miami, o al Nameless. Festival molto diversi tra loro, ma tutti ben riusciti. Eventi trasversali o che esprimono una precisa identità, nuovi spunti di aggregazione e interesse. Finalmente eventi del genere sono arrivati anche in Italia, con l'impegno di organizzatori di eventi di rilievo".

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