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Cnel: Colap, fuori liberi professionisti e autonomi, faremo ricorso

31 agosto 2017 | 15.21
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Emiliana Alessandrucci presidente Colap
Emiliana Alessandrucci presidente Colap

"L'estate non è ancora finita e le cattive notizie per i professionisti e i lavoratori autonomi continuano ad arrivare. In pratica fuori i liberi professionisti dal Cnel. Ma noi non ci arrendiamo e faremo ricorso". A dirlo la presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci, ricordando che "l’articolo 3 della Legge 4/2013 recita: 'Le forme aggregative hanno funzioni di promozione e qualificazione delle attività professionali che rappresentano, nonché di divulgazione delle informazioni e delle conoscenze ad esse connesse e di rappresentanza delle istanze comuni nelle sedi politiche e istituzionali".

Il Colap è iscritto nell'elenco delle forme aggregative del Mise dal 1 dicembre 2013, "pertanto per legge è tenuto alla rappresentanza professionale dei propri iscritti".

"Abbiamo incontrato il presidente del Cnel Tiziano Treu -sottolinea Alessandrucci- che ci ha manifestato il suo interesse ad allargare la partecipazione per arricchire il dialogo e le proposte che il 'nuovo' Cnel dovrebbe formulare".

"Questo -rimarca- è l’ennesimo atto di emarginazione per i nostri professionisti considerati ancora cittadini di serie B. Abbiamo tutte le carte in regola per partecipare; la legge 4/2013 ci legittima come forma aggregativa di rappresentanza dei lavoratori autonomi e delle professioni associative ed ambiamo a portare la voce dei professionisti associativi in un consesso sino ad oggi riservato solo alle altre forze produttive".

"Questo ennesimo atto -fa notare la presidente del Colap- ci dimostra non la disattenzione, ma il grave disinteresse di questo governo per le professioni associative. Disinteresse manifestato prima con l’articolo 5 della legge 81(Jobs act del lavoro autonomo), poi con il ddl Orlando per le tariffe minime dei soli avvocati e ora con questo inaccettabile atto formale a firma del ministro Boschi".

“Non inserirci nella rappresentanza -avverte- vuol dire umiliare e sottovalutare questo mondo e tutte le potenzialità che è in grado di esprimere soprattutto per l'occupazione e la crescita".

“Per i fini costituzionali il Cnel -ricorda la presidente- dovrebbe divenire il luogo del confronto e della proposta, in questa composizione non troviamo nulla di innovativo e costruttivo e le sorti del suo operato sono facilmente immaginabili!

“Un confronto chiaro con il presidente Tiziano Treu -sottolinea Emiliana Alessandrucci- ci aveva rassicurato sull’ ampiezza della rappresentanza e sul ruolo che immaginava per le forme aggregative... Ora è tutto di nuovo fermo. Questa composizione dimostra l’assenza di coraggio del nostro Paese e l’incapacità di allargare le proposte e gli ambiti della discussione”.

"Oggi si può dire con certezza -ammette- che nulla è cambiato nel Cnel, e che quindi ben poca innovazione possiamo aspettarci".

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