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Assistenti sociali: 'reddito cittadinanza sfida chiave per welfare'

07 gennaio 2019 | 14.30
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Gianmario Gazzi, presidente del consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali
Gianmario Gazzi, presidente del consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali

"C'è tanta concentrazione sulla norma, che è il reddito di cittadinanza, ma per noi rimane il tema del quadro generale del welfare. Sarà importante la strada che si seguirà per le professionalità da inserire nei centri per l'impiego, a partire dal 'Navigator'. E se sono residente da dieci anni in un Paese regolarmente, pago i contributi, non si capisce perché non debba poter usufruire di uno strumento di welfare". Così il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, commenta, con Adnkronos/Labitalia, le ultime bozze sul reddito di cittadinanza.

Secondo Gazzi, "una forma di reddito minimo è ormai ineludibile in questo sistema economico e non solo in Italia, ma le persone vanno anche accompagnate al lavoro". Per Gazzi, quindi, il "reddito di cittadinanza può essere un'occasione importante per il nostro sistema di welfare, ma dobbiamo verificare quali saranno le professionalità inserite all'interno dei centri per l'impiego per accompagnare le persone al lavoro".

Per quanto riguarda invece la situazione dei migranti bloccati sulle navi 'Sea Watch 3' e 'Professor Albrecht Penck' Gazzi sottolinea che "Bloccare per settimane 49 persone, donne e bambini, d'inverno e in mezzo al mare, dà l'idea di come nel nostro Continente si sia perso il metro delle cose. C'è il Continente più ricco al mondo, non solo l'Italia, che si gira dall'altra parte e gioca sulla pelle di persone inermi".

Per Gazzi, in conclusione, il tema del decreto sicurezza "è delicato perché è oggetto di tanta propaganda che spesso diventa strumento normativo e questo contrapposizione e conflitti. Al di là dei giudizi, visti che noi siamo un ordine di professionisti e non possiamo dare indicazioni al governo sui propri interventi, noi crediamo sull'interpretazione del decreto di poteva fare meglio. Anche illustri giuristi hanno sottolineato il fatto che se il decreto si scriveva meglio il problema non c'era, poi se l'aspirazione di alcuni è una fuga in avanti allora questo è un altro discorso". "Abbiamo preso posizione -spiega ancora Gazzi- appoggiando la richiesta dell'Anci per un tavolo di confronto sul tema col governo, non per ribellarci alla norma ma per garantire il pieno rispetto della Carta dei diritti fondamentali. Il dialogo in questi casi è la cosa migliore che c'è, la propaganda la lasciamo agli altri".

Per Gazzi, con il decreto sicurezza il rischio "è che ci siano nel nostro Paese sempre più migranti irregolari che, usciti dai diversi programmi Sprar, si trovino senza gli strumenti per condurre una vita dignitosa". "Questo può portare a rivolgerci sempre più agli enti locali che non hanno risorse sufficienti per il supporto. E tutto questo non può che portare solo conflitto e disordine sociale", conclude.

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