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Manovra: commercialisti, da misure per lotta ad evasione rischi per onesti

16 ottobre 2019 | 16.16
LETTURA: 4 minuti

Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili
Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

La manovra del governo "la giudico come la conferma di un momento di difficoltà del Paese che si vuole risolvere con una maggiore lotta all'evasione fiscale, puntando a recuperare maggior gettito da questa strada. Non si interviene sui temi della spesa e si rimane sui temi delle entrate, cercando di andare a recuperare evasione che ovviamente è un tema importante del Paese, ma lo si fa con strumenti che potrebbero anche creare delle difficoltà secondo la nostra opinione. E quindi andando a complicare la vita a chi non evade, a chi si comporta regolarmente". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, sulla manovra del governo e sugli strumenti di lotta all'evasione fiscale.

Per Miani "si tratta infatti di ennesime complicazioni in capo al mondo dei contribuenti, delle imprese in particolare, che già si trovano in un regime fiscale molto complesso e complicato".

Misure che si potrebbe rivelare 'boomerang' per cittadini e imprese corretti, secondo Miani: "E' ovvio, perché se io devo tenere un conto separato per la mia attività d'impresa significa avere dei costi in più, avere una tenuta separata di quelle che sono le mie movimentazioni finanziarie personali rispetto a quelle relative all'attività d'impresa. Quindi tutta una serie di cose che si sommano a quelle già esistenti e che creano delle complicazioni", sottolinea.

Fermo restando, per i commercialisti, il no all'evasione. "Bisogna ovviamente combattere l'evasione fiscale, e alcuni strumenti servono, cercando di non penalizzare però le persone che non evadono. Perché per andare a recuperare evasione si creano sostanzialmente difficoltà e costi anche a persone che non evadono", aggiunge. Per Miani, "vanno bene gli incentivi alle transazioni tracciate, non va bene intervenire pesantemente sul discorso del contante. Bisogna trovare dei sistemi virtuosi che arrivino agli stessi obiettivi senza penalizzare le persone che si sono sempre comportati correttamente e che continuano a pagare sostanzialmente il prezzo delle complicazioni, che non è stato mai conteggiato ma esiste. Il sistema fiscale complesso significa costi per chi deve pagare le tasse", aggiunge.

E sull'abolizione della flat tax tra i 65mila e i 100mila euro sottolinea: ""Per noi questo percorso di riduzione delle imposte per il mondo del lavoro autonomo, imprese e professionisti era una cosa apprezzata".

Secondo Miani inoltre con la manovra "Sul regime dei minimi si torna un pochettino indietro nel senso che si rimettono i parametri, e quindi si torna indietro rispetto alla semplificazione precedente". una scelta che, per i commercialisti, "torna quindi un po' indietro nei ragionamenti. Si complicano le cose, perché faccio un esempio: un giovane professionista che faceva un fatturato sotto i 65 mila euro, che lavorava nell'ambito di uno studio, aveva tutto semplificato, pagava il suo 15% sul suo fatturato abbattuto sostanzialmente per i costi. Adesso deve tenere la contabilità, deve analiticamente ridurre i costi, quindi si torna indietro su un percorso di semplificazione che era stato fatto col precedente governo", continua.

E per Miani un confronto del governo con i professionisti prima della manovra sarebbe stato utile. "Ci sarebbe piaciuto un confronto con il governo sulla manovra visto è che è centrata prevalentemente sulle entrate, e poi c'è il decreto fiscale, e quindi non parlare con chi lavora in questo ambito, e attraverso cui passano il 75% delle entrate del nostro Paese non mi sembra una cosa molto logica", conclude.

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