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Lavoro: Flai Cgil, ancora sfruttamento e caporalato in raccolta pomodori

22 luglio 2015 | 16.32
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Lavoro: Flai Cgil, ancora sfruttamento e caporalato in raccolta pomodori

“È da maggio che come sindacati sollecitiamo Anicav e Aiipa, le rappresentanze degli industriali della trasformazione del pomodoro e del conserviero, ad attivarsi congiuntamente con il sindacato per predisporre tutti gli interventi necessari atti ad evitare l’utilizzo della manodopera irregolare e lo sfruttamento di migliaia di lavoratori in tutte le aree del Sud Italia. Ma nulla si muove”. Lo dichiara in una nota la Flai Cgil.

“E’ trascorso un anno -spiega la nota- dalla firma tra le parti sociali, sindacato dei lavoratori e associazioni imprenditoriali del conserviero pomodoro, del protocollo per la promozione della responsabilità sociale e territoriale nella filiera del conserviero pomodoro, per le imprese industriali di trasformazione".

"Il protocollo - prosegue - evidenziava che nella fase di coltivazione e raccolta del pomodoro fresco si riscontravano fenomeni di caporalato e utilizzo illegale di manodopera, nonché pratiche di dumping contrattuale con importanti ricadute nella competizione tra operatori. Allora, le parti assunsero la decisione di attivare in prossimità della campagna del pomodoro, tavoli tecnici presso le Prefetture dei bacini di riferimento del pomodoro, al fine di intensificare i controlli e stroncare il caporalato".

"Le controparti imprenditoriali convennero che bisognava applicare i contratti di lavoro e le leggi dello stato e regionali, in tutti i segmenti della filiera, ponendo attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori e alla cancellazione definitiva del lavoro irregolare e delle forme di caporalato", aggiunge la Flai.

Ma da allora nulla è cambiato, avverte il sindacato dei lavoratori agroalimentari Cgil: "Le aziende industriali della trasformazione: La Doria spa, Princes Industrie alimentari, Franzese spa, Giaguaro spa, La Rosina, Pancrazio spa, Conserve Italia, Mutti e ecc. sono consapevoli di quanto sta avvenendo nei luoghi della raccolta del pomodoro? La campagna del pomodoro 2015 ancora da avviarsi completamente sarà la campagna dello sfruttamento, dei rapporti irregolari, dello schiavismo, di truppe di caporali che mortificano il lavoro e piegano i diritti umani alle loro convenienze e più complessivamente alle convenienze di imprenditori agricoli senza scrupoli".

"Denunciamo con forza l’indifferenza delle associazioni imprenditoriali -avverte la nota- le quali dovrebbero preoccuparsi delle conseguenze commerciali che derivano da questa insensibilità. Il problema si risolve in maniera semplice: non accettate pomodoro raccolto con lo sfruttamento dei lavoratori, negate il mercato alle imprese agricole irregolari".

"Le organizzazioni dei produttori Agriverde, OP Mediterraneo, Apo Foggia, Assofruit, che fanno per debellare il fenomeno? Nulla, tacciono, prendono ingenti finanziamenti dell’Europa, dallo Stato e dalle Regioni. Forse è arrivato il momento di affermare un principio: prendi i finanziamenti che competono se attui norme rigorose sul conferimento dei prodotti agricoli e del pomodoro da parte dei soci se gli stessi dimostrano che la raccolta l’hanno effettuata con manodopera regolare e con tariffe salariali contrattuali", sottolinea. "La campagna 2015 del pomodoro è già iniziata con un morto nei campi a Nardò in provincia di Lecce. La Flai Cgil, tutte le sue strutture, non arretreranno di un centimetro: attiveremo tutte le istituzioni, tutti gli enti preposti alla sicurezza e al rispetto della dignità umana, affinché venga debellato il fenomeno dello sfruttamento e dello schiavismo della manodopera nella raccolta del pomodoro e nei processi di trasformazione industriale”, conclude la Flai.

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