"Dobbiamo assumere il tema delle legalità come un'azione politica a 360 gradi. Bene l'azione della magistratura, a partire anche dall’indagine di Reggio Calabria sulle infiltrazioni delle 'ndrine nel movimento terra e in alcuni subappalti relativi al Terzo valico. Bene un'azione di controllo e repressione dei complessi fenomeni criminali: essa è la migliore garanzia per le tantissime imprese oneste messe spesso fuori mercato da circuiti collusivi e criminali. Così come per i tanti lavoratori che spesso, proprio per le ampie zone grigie, vivono prima di tutto loro un clima di costante pressione". Così Alessandro Genovesi, segretario nazionale della Fillea Cgil, candidato oggi da Susanna Camusso come prossimo leader degli edili di Corso d'Italia, conversando con Labitalia a margine dell'assemblea generale del sindacato chiamata a eleggere appunto il nuovo segretario al posto dell'uscente Walter Schiavella.
"Ma ovviamente reprimere non basta, intervenire a reato compiuto non basta, garantire poi -ha continuato Genovesi- la continuità dei lavori e del cantiere è scontato, ma non basta. Dalle White List come regola, ai controlli dei flussi finanziari, ad una maggiore terzietà di chi progetta e chi esamina, fino alla riduzione della stessa filiera dei sub appalti che dovrebbero essere l’eccezione dettata da reali esigenze produttive e non la regola: occorre una cultura e strumenti sistemici per prevenire".
"Questa è anche la strada -ha spiegato il sindacalista- per rompere ogni eventuale strumentalità di chi associa le grandi opere alla corruzione o alla criminalità come un fatto naturale. Non è naturale, non lo è nel 90% non lo può essere, non lo deve essere. Chiediamo anche alle imprese di fare la propria parte, oltre i codici etici e di condotta: il sistema lo si difende prima di tutto alimentando gli anticorpi che dovrebbero sempre esserci in ogni sistema imprenditoriale, in ogni sistema sociale".
