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Crisi: Pirani (Uiltec), 2017 anno che sfugge a definizioni

30 gennaio 2017 | 16.03
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Paolo Pirani
Paolo Pirani

"Quello che si apre sembra un anno che sfugge a semplici definizioni. Chi si sbilancia in previsioni non va oltre la convinzione che non sarà un anno nel quale ci si annoierà. Ma potrebbe essere anche un pronostico non privo di pericoli. Intanto, perché sulla scena mondiale si comincerà a misurare il peso (e la direzione) della presidenza Trump e i cui orientamenti peseranno sull'Europa attraversata per giunta da venti elettorali e, se verrà confermata la vena protezionista, sulle sorti dell'export verso gli Usa che resta uno dei nostri capisaldi". E' quanto scrive Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, nel nuovo numero di 'Industriamoci', il periodico del sindacato di categoria.

"Da noi -continua Pirani- le direttrici di marcia del 2017 sono soprattutto due: l'instabilità politica da evitare (un'impresa che potrebbe trasformarsi in una inutile fatica di Sisifo), le oscillazioni dell'occupazione mentre si esauriscono gli incentivi e resta altissima l'emergenza della disoccupazione giovanile".

"Sul primo punto scontiamo come al solito una situazione paradossale: un governo che rischia di rinverdire il ruolo di 'Re Travicello' si trova a gestire una legge di stabilità tutta -spiega il sindacalista- protesa verso la crescita. Con alle spalle segmenti disordinati e disomogenei di riforme fatte, abbozzate, congiunturali, che non sono certo il miglior viatico per puntare in alto".

"Non aiuta neppure, diciamo la verità, la dialettica politica -sottolinea- che ondeggia fra sponde mediocri di rassicurazioni che cadono nel vuoto e di profezia di sventura che fanno crescere non tanto la voglia di partecipazione e di impegno quanto la disillusione e il disagio. Eppure, non c'è altra via che quella di reagire alla rassegnazione. E in questo senso l'impegno sindacale e delle forze sociali potrebbe essere un fattore di controtendenza di grande valore. Finora lo sforzo delle forze politiche genericamente riformiste -rimarca Pirani- è stato quello di disegnare prospettive favorevoli non in sintonia con il sentire della gente".

"Riducendo in tal modo -continua Pirani- anche l'area del consenso alle politiche che si cercano di portare avanti e che avendo bisogno di tempo non saranno mai popolari se chi le interpreta, governo e partiti, non risulteranno credibili".

"Ricostruire il senso di una politica che sappia progettare interventi in grado di farci uscire da questa palude economica e sociale pericolosa può essere uno dei compiti più importanti per sindacati e imprese per un verso, per l'intero universo sociale per un altro, vale a dire quello di ricaricare le ragioni della speranza e quelle di una partecipazione solidale nei territori, fra le generazioni, fra il mondo produttivo e la società", conclude.

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