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Lavoro: Loy (Uil), preoccupa rallentamento su assegno ricollocazione

01 febbraio 2017 | 13.33
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Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil
Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil

"La stasi sulla sperimentazione dell'assegno di ricollocazione ci preoccupa. Si è passati dai grandi annunci degli scorsi mesi al rallentamento di oggi e non è accettabile visto che si parla di un tema delicato come quello della ricollocazione di lavoratori che sono in una condizione di disoccupazione". E' l'allarme che lancia, con Labitalia, il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, sullo strumento dell'assegno di ricollocazione, la cui sperimentazione, annunciata da ministero del Lavoro e Anpal per fine 2016, non è ancora partita.

E Loy ricorda che "come sindacato avevamo denunciato, quando era stata annunciata la sperimentazione, che l'inadeguatezza, sia dell'infrastruttura informatica che della rete sul territorio, avrebbe provocato rallentamenti, ma non siamo stati ascoltati". "Il ministro Poletti al riguardo - sottolinea - aveva annunciato l'assunzione, anche se a termine, di 1.000 addetti per la rete dei servizi sul territorio ma ancora non si è visto niente".

Per la Uil si rischia un flop: "E c'è da dire anche che dopo l'esito del referendum va rivisitato anche il rapporto tra Stato e Regioni, improntandolo a una sana cooperazione, in modo tale che a pagare non siano sempre i lavoratori".

E per il segretario confederale della Uil è proprio il meccanismo alla base della sperimentazione che non va: "La sperimentazione sarebbe utile se puntasse a dare un criterio da potere utilizzare poi sulla platea più ampia, che a regime potrebbe arrivare a 800mila persone. Invece così com'è oggi si tratta solo di un algoritmo, che non tocca il tema più importante e cioè il rapporto tra l'utente, il lavoratore e chi lo dovrà prendere in carico per la ricollocazione".

La speranza, conclude Loy, "è che almeno non si scenda ulteriormente sui numeri previsti dalla sperimentazione, che dovrebbe riguardare 30mila soggetti; e poi anche che si superino i ritardi delle Regioni che in alcuni casi sembra che non abbiano indicato i centri per l'impiego accreditati".

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