A Perugia il dibattito con gli interventi del presidente Ambrogioni e dell'assessore regionale Bartolini
L’alternanza scuola-lavoro è una risorsa da costruire insieme: mondo della scuola e delle imprese, anche in un’ottica territoriale. Questo il messaggio lanciato oggi, a Perugia, in occasione dell’incontro organizzato dalla Cida (Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità) in collaborazione con l’Associazione italiana formatori e l’Itet Aldo Capitini.
“L’alternanza scuola-lavoro -afferma Ferruccio Fiordispini, segretario Cida Umbria- rappresenta una grande opportunità per gli insegnanti, i datori di lavoro e i ragazzi. E la Cida, sia a livello nazionale che locale, sta portando avanti questa iniziativa tra le scuole. Sono almeno 30-40 anni che il mondo delle imprese chiede un avvicinamento con la scuola e per noi è fondamentale che questo avvenga in modo più possibile pratico e concreto. Si tratta di una grande opportunità anche per le imprese: è una modalità di apprendimento ‘esperienziale’, cioè basata su esperienze effettive di lavoro. Questo tipo di esperienza richiede, poi, dei momenti di riflessione che tutor, formatori e insegnanti devono realizzare per gli studenti”.
E fare alternanza non significa solo saper utilizzare gli strumenti a disposizione. A chiarirlo Antonello Calvaruso, presidente dell’Associazione italiana formatori: “L’importanza sta nel creare dei contesti di apprendimento che facilitino la contaminazione tra mondi e linguaggi diversi con cui si può sollecitare l’apprendimento della persona. E’ importante alternare la scuola al lavoro perché il ragazzo può costruire e consolidare la base su cui basare il proprio futuro; entrare in impresa significa acquisire un aspetto che è quello della cultura d’impresa che molto spesso nelle scuole bisogna inventarla, mentre nelle aziende si vive quotidianamente”.
“Certo -sostiene Mario Pera, segretario generale Camera di commercio di Perugia- bisogna avere idee illuminanti e non banali per poter attuare sul territorio l’alternanza scuola lavoro. Da una recente indagine Excelsior emerge che le imprese di Perugia cercano molte professionalità. Ecco, dunque, che l’alternanza potrebbe rappresentare una vera e propria piattaforma per fare matching tra il mondo della scuola, l’università e il mercato del lavoro. Noi siamo chiamati a dare una mano alle imprese che sono alla continua ricerca di tirocinanti”.
Un percorso portato avanti con successo dalla Camera di commercio di Terni: “Facilmente -ammette il segretario generale, Giuliana Piandoro- riusciamo ad inserire i ragazzi degli istituti tecnici in azienda. La Camera di commercio ha un patrimonio artistico importante e con un liceo artistico stiamo costruendo un catalogo delle opere. In questo modo, i ragazzi studiano il periodo storico in cui sono state realizzate e imparano a inserirle in un catalogo a tutti gli effetti”.
L’alternanza scuola-lavoro è vista positivamente sul territorio anche fronte imprese. “Già prima del 2015 -racconta Luigi Buono, amministratore delegato Ebm Elettronica Biomedicale spa- accoglievamo i ragazzi che studiavano ragioneria. Tuttavia, mi sono reso conto che qualcosa non andava e così ho introdotto le lezioni a scuola. Agli studenti abbiamo così spiegato quali sono le tematiche affrontate in una dimensione aziendale. Quello di cui un’impresa ha bisogno non è un semplice dipendente, ma di una risorsa che riesce a risolvere problematiche aziendali, insieme all’azienda stessa. Diamo l’opportunità di ascoltare e di vedere, acquisendo le indicazione di ciò che concretamente un’azienda fa. Non dimentichiamo che l’alternanza è la formazione di uomini e donne più che di lavoratori”.
