Uno sconto triennale dei contributi al 50% con tetto massimo a 4.030 euro e un taglio a seguire di 3 punti del cuneo contributivo per i giovani a tempo indeterminato produrrà, in 7 anni, un abbassamento del costo del lavoro del 5,8% con un risparmio pari a 14mila euro. E' uno studio del Servizio Politiche Economiche e Territoriali della Uil, guidato da Guglielmo Loy, a simulare l'impatto sul mercato del lavoro dell'ipotesi del governo per incentivare l'occupazione giovanile rispetto a un salario di 24mila euro.
In 7 anni, infatti, il costo totale su uno stipendio di 24 mila euro sarebbe di 225 mila euro a fronte dei 239 mila euro di costo di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato senza incentivi, con un vantaggio di 13.998 euro (il 5,8%). Nei primi tre anni, infatti, il costo del lavoro sarebbe inferiore di 3.705 euro medi l'anno (11.115 euro nel triennio) e poi, a partire dal quarto anno, il vantaggio si ridurrebbe a 720 euro l'anno (2.880 euro nel quadriennio), ma questo sarebbe per tutta la vita lavorativa della persona assunta.
Se si prende a riferimento uno stipendio di 12 mila euro annui, prosegue la Uil, il taglio del cuneo contributivo di 3 punti, vale 360 euro; per uno stipendio di 20 mila euro lordi è di 600 euro; per uno stipendio medio di 24 mila lordi euro è di 720 euro; mentre per uno stipendio di 35 mila euro è di 1.050 euro. Ma la vera leva per incentivare l'occupazione giovanile stabile, dice ancora Loy, sta nell'aumento del costo dei contratti a termine. L'aumento anche di 1 solo punto percentuale dell'attuale contributo addizionale dell',1,4%, infatti, non solo renderebbe "meno attraenti i contratti a tempo" ma aiuterebbe a finanziare in parte anche l'operazione decontribuzione. "Tale contributo, infatti, attualmente porta nelle casse erariali 310 milioni di euro, aumentandolo di 1 punto si potrebbero trovare risorse aggiuntive per circa 221 milioni di euro l'anno", calcola ancora la Uil.
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