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Scuola: Ambrogioni (Cida), possibile nuovo dialogo con mondo lavoro

13 settembre 2017 | 15.24
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Giorgio Ambrogioni, presidente Cida
Giorgio Ambrogioni, presidente Cida

"Le statistiche dell’Ocse 'bocciano' gli universitari italiani perché preferiscono le facoltà umanistiche a scapito di quelle tecnico-scientifiche, affacciandosi così impreparati a un mercato del lavoro dinamico e competitivo. Ma bisognerebbe aggiungere che anche i livelli retributivi del nostro personale docente sono in fondo alle classifiche dei Paesi industrializzati, che il ruolo finalmente riconosciuto ai manager-presidi viene continuamente messo in discussione e che l’attenzione della pubblica opinione al progetto dell’alternanza scuola-lavoro, forse non è all’altezza della sua valenza politica e formativa". E' quanto afferma Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, la confederazione che rappresenta dirigenti ed alte professionalità pubblici e privati.

"I dati Ocse che collocano le università italiane agli ultimi posti per capacità di fornire laureati in grado di entrare, con successo, nel mondo del lavoro -dice Ambrogioni- purtroppo non ci meravigliano, né ci sorprendono. E’ una realtà che conosciamo e che ha spinto Cida a sostenere il progetto dell’alternanza scuola-lavoro per creare un valido ‘trait d’union’ fra queste due realtà".

"I giovani diplomati -continua Ambrogioni- non trovano quasi mai ‘luoghi’ deputati ad orientare le proprie scelte universitarie prima e professionali dopo. C’è sicuramente un ‘gap’ da colmare, destinando più risorse pubbliche all’istruzione e intervenendo con decisione per creare e mantenere aperto il dialogo fra scuola e lavoro. E se il primo aspetto è compito della politica e delle istituzioni affrontarlo, sul secondo i manager hanno un ruolo che possono esercitare da subito. Solo i manager, forti della loro esperienza e preparazione professionale, possono svolgere l’indispensabile funzione di ‘tutoraggio’ dei giovani studenti per far loro conoscere i valori sfidanti e formativi del lavoro".

“La scelta di un percorso universitario -spiega ancora Ambrogioni- non può essere lasciata al caso, o affidata a tradizioni familiari non sempre collegate alle reali esigenze del mercato. Manca l’orientamento agli studi universitari, non c’è un ‘luogo’ dove domanda ed offerta di preparazione e competenze scolastiche possano confrontarsi. Occorre riprendere -aggiunge- le redini di questo dialogo per non disperdere le eccellenze di cui ancora l’Italia dispone: dagli atenei all’avanguardia, agli istituti tecnico-professionali che hanno ‘sfornato’ buona parte della classe dirigente del Paese. Anche il tessuto imprenditoriale, caratterizzato da micro e piccole imprese, spesso autoreferenziali e poco incline ad ‘aprirsi’ all’esterno, non facilita il dialogo con la scuola".

"Alla firma del ministero della Pubblica Istruzione -sottolinea Ambrogioni- c’è un protocollo con cui Cida mette a disposizione, gratuitamente, i propri manager per svolgere una funzione di tutoraggio nelle scuole e accompagnare i giovani nel mondo del lavoro. Un impegno concreto che vuole valorizzare il concetto dell’alternanza scuola-lavoro spesso volgarizzato da un approccio superficiale o, peggio, di sfruttamento degli studenti".

"L’obiettivo -conclude Ambrogioni- è ambizioso: mettere al centro la ‘risorsa umana’ e investire su di essa. Pensiamo sia il modo giusto per recuperare le posizioni perse nel confronto con gli altri Paesi industrializzati. Non solo sul piano delle università e dei laureati, ma anche in termini dii produttività e di ‘ricchezza’ del Paese”.

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