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Lavoro: Cavallaro (Cisal), clima preelettorale, tocca a noi lottare per tutele

26 ottobre 2017 | 17.06
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Francesco Cavallaro
Francesco Cavallaro

"Il clima preelettorale distoglie l'attenzione della politica dalle reali problematiche del Paese, confermando la logica demagogica già espressa in una legge di bilancio dove si fatica a individuare misure davvero efficaci sui fronti più caldi dello scenario economico e sociale del paese. Tocca a noi della Cisal, oggi più che mai, lottare, forti della nostra autonomia, a tutela di lavoratori, giovani e pensionati per modificare la normativa previdenziale e fiscale, a sostegno dell’occupazione e dell’equità sociale". Con queste parole Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, ha chiamato ieri a raccolta i suoi dirigenti sindacali a conclusione della tre giorni di Consiglio nazionale a Rimini che sono stati anche occasione per celebrare i 60 anni di vita della Confederazione.

"Anzitutto -ha spiegato- è necessario abolire la legge Fornero. Bando a piccoli e frammentari interventi riparatori: è necessario ripartire da zero per costruire un sistema pensionistico serio, che vada a cancellare l’iniquità di norme quali quelle legate al meccanismo di calcolo dell’età pensionabile o che alimentano la deplorata confusione tra assistenza e previdenza, rimaste sostanzialmente invariate nella legge di bilancio presentata dal governo".

In secondo luogo, ha proseguito, "per contribuire a contenere l’enorme evasione fiscale si dovrebbe introdurre al più presto il contrasto di interessi, che darebbe ai cittadini la possibilità di scaricare le spese sostenute e attiva al contempo un controllo automatico sui flussi di denaro". "Nella manovra di finanza pubblica - ha ricordato - vengono presentate come vantaggiose per i cittadini forme di risparmio sull’Iva che privano in realtà il Paese di risorse (circa 15 miliardi di euro all’anno) altrimenti utili per investimenti che incentivino forme di lavoro reale e non virtuale".

"Risparmio che, a prescindere dal merito, risulta peraltro assai modesto -ha sottolineato- rispetto a quanto si potrebbe ricavare da forme efficaci di lotta a un’evasione fiscale che costa al Paese circa 140 miliardi di euro. Con l’aggravante che la strada scelta per il congelamento dell’Iva passa ancora una volta dal deficit, che obbliga a rivedere al rialzo l’obiettivo di indebitamento netto nominale per il 2018. E gli indicatori economici sono purtroppo la prova del nove, nell’evidenziare i limiti del decantato successo delle recenti riforme. A favore dell’occupazione giovanile, al di là della pur condivisibile decontribuzione prevista dalla legge di bilancio, urgono investimenti per iniziative di formazione professionale realmente utili a preparare e aggiornare le competenze richieste dal mercato del lavoro".

"Nel pubblico impiego -ha ricordato Cavallaro- la Cisal, dopo che il ricorso presentato dalla Fialp ha sbloccato i rinnovi contrattuali tra il silenzio e l’ostilità di quanti hanno poi tentato di cavalcarne la vittoria, considera inadeguate le risorse previste dal governo a seguito dell’accordo con i sindacati non autonomi e rivendica con orgoglio la posizione di contestazione espressa fin dall’inizio del confronto. Sul versante privato la confederazione prosegue con sempre maggior determinazione la propria lotta sul fronte di rappresentanza e rappresentatività, consapevole di muoversi in una giungla del cui disordine in tanti vorrebbero approfittare per limitare con legge la libertà sindacale".

"La forza per condurre queste e altre battaglie -ha affermato- deriva dalla scelta di autonomia fatta dalla Cisal il 24 ottobre 1957, confermata nel corso di 60 anni e che, forte anche del recente ingresso nel Cnel come organizzazione maggiormente rappresentativa, ci porterà ad affrontare con armi sempre più affilate le sfide future. Una scelta che, stante l’autonomia di ciascun membro della confederazione, ne esalti la valenza di sistema consolidato e radicato sul territorio".

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