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Flai Cgil, dal 10 dicembre a congresso

07 dicembre 2018 | 13.12
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Flai Cgil, dal 10 dicembre a congresso

"Il tema principale del nostro congresso è il lavoro. Il lavoro che non c'è, che quando c'è è senza diritti, è fragile, e che va ricomposto". Così Ivana Galli, segretario generale della Flai Cgil, il sindacato di categoria che organizza i lavoratori e le lavoratrici agricoli, forestali, dell’industria di trasformazione alimentare e della pesca, racconta, intervistata da Labitalia, i temi che saranno al centro del congresso del sindacato 'Il lavoro è... progresso, civiltà, giustizia', che si aprirà lunedì 10 dicembre, a Roma, allo Sheraton Roma Hotel (viale del Pattinaggio 100), e che si chiuderà il 12 dicembre. Gli iscritti alla Flai Cgil, al 2017, sono 272.000; la platea dei delegati al congresso nazionale sarà di 420 componenti, di cui 229 uomini e 191 donne.

Dal congresso, spiega Galli, uscirà fuori quella che, per la Flai Cgil, è la 'road map' per fare ripartire il Paese. "Territorio, ambiente, aree interne, contrattazione, contratti di filiere, made in Italy e migranti - sottolinea Galli - sono i temi che, secondo noi, possono rappresentare il volano per fare ripartire il Paese, far ripartire l'economia che è ferma e per ricomporre il lavoro". Un Paese, sottolinea Galli, "devastato da una sempre maggiore disgregazione sociale: sono aumentate sempre più le diseguaglianze". "Ci sono quasi 5 milioni di persone in povertà assoluta nel 2017: è un dato preoccupante, conseguenza della crisi economica che c'è stata nell'ultimo decennio", avverte.

Crisi da cui si deve uscire, secondo la Flai Cgil, "ripartendo dalle caratteristiche morfologiche del nostro Paese, dalla valorizzazione delle aree interne e del territorio, attraverso strumenti come il Psr". E il sindacato punta verso una contrattazione sempre più inclusiva. "L'altro tema per noi centrale è la contrattazione. L'anno prossimo abbiamo il rinnovo del contratto più importante, che è quello dell'industria alimentare e cooperazione. Il nostro congresso non può non ripartire da tutto ciò", osserva Galli.

Galli parla poi del congresso nazionale della Cgil che nel 2019 porterà all'elezione del successore di Susanna Camusso alla guida del sindacato di Corso d'Italia: "Rispetto al congresso della Cgil io mi auguro, e come Flai lavoreremo per questo, che ci sia una maggiore unità della nostra organizzazione e che si arrivi al congresso per l'elezione del segretario generale uniti e non divisi. E soprattuto a sostegno della proposta fatta da Susanna Camusso", per Maurizio Landini a segretario generale.

E Galli si aspetta che esca dall'assise del sindacato di categoria che guida lo spirito da portare dentro la Cgil nel prossimo congresso. "Un'idea - spiega - di Cgil attenta ai bisogni delle persone. Che essi siano lavoratori, cittadini, famiglie. Una Cgil che sia attenta e capace di dare risposte a quelle che sono le difficoltà, i bisogni delle persone in questo momento nel Paese. Penso che un sindacato come il nostro - ribadisce Galli - deve avere attenzione maggiore, deve essere più inclusivo nei confronti delle tante persone che sono in difficoltà in questo momento nel Paese. Difficoltà che non riguardano solo i migranti ma anche tanti italiani che fino a poco tempo stavano bene o benino e che adesso sono in difficoltà".

Un'attenzione verso i bisogni dei cittadini che, ribadisce Galli, presuppone l'unità del sindacato: "Io credo che la storia della nostra organizzazione testimonia che siamo sempre stati capaci di trovare delle soluzioni per ricomporre difficoltà e articolazioni all'interno dell'organizzazione. La Cgil è sempre stata capace di farlo. C'è una proposta in campo - ricorda - e noi ci auguriamo che sui questa ci sia l'unità e ci sia un lavoro di ricomposizione a sostegno della proposta della confederazione e che soprattutto si faccia un congresso unitario perché questo serve alla Cgil ma serve anche al Paese. Perché se c'è una Cgil divisa questo avrà una ripercussione sul Paese. Noi come Flai contribuiremo affinché anche questa volta ci sia il segretario di tutta la Cgil e non di una parte della Cgil".

Netto, poi, il giudizio sulla manovra economica del governo: "Noi, da quanto leggiamo sulla stampa, ci siamo fatti l'idea che non c'è inversione di tendenza rispetto a governi precedenti. Nel senso che notiamo anche oggi elementi che intervengono sul mercato del lavoro, come se cambiare o modificare le leggi potesse fare ripartire il lavoro in questo Paese. C'è la politica dei bonus come se questa potesse fare ripartire la domanda interna nel Paese. E poi questo governo interviene non per ridurre il cuneo fiscale ma per abbassare le tasse a chi non le ha pagate in tutti questi anni".

Per Galli, "non è una manovra che rappresenta la discontinuità rispetto ai governi precedenti, è in linea con quanto fatto dagli altri; non rimette al centro il lavoro, e se non riparte il lavoro non riparte la domanda interna e quindi non riparte il motore e la macchina dell'Italia". Né 'quota 100' per le pensioni, né il reddito di cittadinanza convincono la leader della Flai. "Con 'quota 100' - sottolinea Galli - si prevede l'uscita di 400mila persone con l'entrata di altre 400mila persone, ma non è assolutamente certo che ciò accada. E' una ricetta semplicistica, che non ci convince".

E sul reddito di cittadinanza Galli sottolinea che "non c'è un sistema informatico che mette in rete i servizi per l'impiego di tutte le regioni e quindi fare partire il reddito di cittadinanza con un sistema di collocamento come quello che c'è oggi è sbagliato". Risorse, quelle previste per 'quota 100' e reddito di cittadinanza, che sarebbe stato meglio impiegare, per Galli, in modo diverso: "Sarebbe stato meglio utilizzarle per fare ripartire le infrastrutture, specie nel Mezzogiorno. Se non riparte il Sud - rimarca - non riparte il Paese. Queste differenze che ci sono tra una parte e l'altra ne condizionano la ripartenza. E 'quota 100' e reddito cittadinanza non aiuteranno in tal senso". Oltre che per le infrastrutture, per Galli, sarebbe stato meglio investire le risorse previste per 'quota 100' e reddito di cittadinanza su "industria 4.0, su quello che si stava facendo per innovare le aziende".

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