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Agricoltura: da qualifica a business plan, gli step per avviare un'impresa

11 agosto 2015 | 11.59
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Agricoltura: da qualifica a business plan, gli step per avviare un'impresa

È uno di quei settori primari che stanno trainando la ripresa dell'occupazione: in agricoltura, infatti, nei primi tre mesi del 2015, l'Istat rileva che l'occupazione è cresciuta di oltre 6 punti percentuali. Un aumento dovuto sia al lavoro dipendente (+4,9%) sia a quello indipendente (+7,4%). In tempi di crisi, dunque, giovani e meno giovani pensano alla terra e al lavoro dell'imprenditore agricolo come una risorsa preziosa.

E secondo un sondaggio Coldiretti, il 57% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%) mentre 4 genitori su 10 consiglierebbero al figlio di fare l’agricoltore. Dedicarsi alla terra e ai suoi frutti è ora anche agevolato dalla recente legge sull'agricoltura sociale, che crea una corsia preferenziale per i prodotti delle aziende agricole sociali nelle mense scolastiche e ospedaliere e priorità alle attività di agricoltura sociale nell’assegnazione di terre demaniali e di terre confiscate alle mafie.

Ma come si avvia un'impresa in agricoltura? E quali requisiti è necessario avere? Intanto, la definizione normativa più recente di imprenditore agricolo è del 2004, anno in cui nasce la figura dell''Imprenditore agricolo professionale' (Iap). Questa figura ha sostituito quella dell''Imprenditore agricolo a titolo principale' (Iatp), integrando diversi benefici, fra cui la possibilità di accedere a una serie di facilitazioni fiscali.

Per il conseguimento dell’attestazione di Iap occorrono conoscenze e competenze professionali; esercitare attività agricola per almeno un triennio in data antecedente alla presentazione dell’istanza di riconoscimento della qualifica; aver frequentato corsi di formazione professionale in agricoltura.

Occorre dedicare alle attività agricole almeno il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e del proprio reddito globale da lavoro (25% nelle zone svantaggiate) e l'iscrizione obbligatoria alla gestione previdenziale e assistenziale per l’agricoltura.

Il riconoscimento della qualifica di imprenditore agricolo è di competenza delle Regioni. E, qualora il richiedente non sia in possesso di uno o più requisiti, può comunque inoltrare la domanda alla Provincia competente e avviare la procedura di iscrizione, a patto che entro il termine di due anni dimostri di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti. Oltre agli adempimenti burocratici, chi decide di intraprendere questo percorso deve mettere a punto le strategie migliori per trasformare l’idea in un progetto di successo.

Può essere utile considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dall'agroenergie fino ai servizi di cura del verde. Occorre poi trasformare l’idea in un progetto di sviluppo imprenditoriale, redigendo un business plan economico-finanziario accurato e in grado di reggere al mercato e alle richieste di finanziamento pubblico e privato.

Individuato il fabbisogno finanziario complessivo, si passa poi a verificare le alternative dell’acquisto, dall’affitto alla semplice gestione aziendale, considerando anche che ci sono molti agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili ad eventuali collaborazioni.

L’ultimo aspetto da considerare riguarda la ricerca delle fonti di finanziamento in relazione allo specifico progetto considerato. Le agevolazioni, per la maggioranza dei casi, sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei Centri Caa (Centri autorizzati assistenza agricola).

Qualora si decida di fare richiesta di finanziamento privato, è possibile valutare i pacchetti e le agevolazioni messe a disposizione di Creditagri, ente di garanzia fidi presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale che offre servizi altamente qualificati di assistenza e consulenza in materia di credito e finanza d’impresa.

Sul mercato sono numerose le soluzioni di finanziamento per un’azienda agricola: di particolare importanza le agevolazioni dell’Ismea, finalizzate a promuovere il ricambio generazionale e la formazione di aziende competitive.

L’Istituto, a determinate condizioni, mette a disposizione un insieme di aiuti, dal finanziamento agevolato per l’acquisto di un’azienda all'aiuto sotto forma di un contributo a fondo perduto e di finanziamento agevolato a favore di un giovane che assume la conduzione di un’azienda agricola già esistente e che presenti un progetto per il miglioramento della stessa, fino alla compartecipazione al rischio d’impresa finalizzato all’ammodernamento e all’ampliamento dell’azienda.

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