Il virologo contro l'ipotesi dei test antigenici salivari all'ingresso una volta a settimana: "E' sempre tutto basato sul dilettantismo"
Il Lazio va verso la zona arancione e da lunedì 29 marzo potrebbe riaprire le scuole elementari e medie. Ma l'ipotesi di sottoporre gli alunni a test antigenici salivari all'ingresso una volta a settimana, per costruire una bolla protettiva contro il Coronavirus, non convince Andrea Crisanti. Secondo il virologo, ospite di 'Piazzapulita' su La7, "è sempre tutto basato sul dilettantismo".
"Il problema per quanto riguarda i bambini non è proteggerli e fare delle bolle, il problema fondamentale per la società è capire se nelle scuole c'è contagio e che particolari tipi di scuole sono a rischio. E' complicatissimo fare questi test rapidi a migliaia di studenti e il rischio è stratificato, non è uguale per tutti", fa notare il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova.
"Per fare il test antigenico ci vogliono 15 minuti, un sacco di tempo, poi ha una sensibilità bassa e ci sono virus completamente invisibili ai test antigenici. Corriamo il rischio di selezionare varianti virali che non vediamo. Come se si andasse a fare pesca a strascico e si fanno passare solo un certo tipo di pesci: è chiaro che poi quelli diventano la maggioranza. Ci sono delle complicazioni, io farei adesso un'indagine a campione per capire come si stratifica il rischio nelle scuole".