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Lazio: Viterbo, servizio sperimentale per cura detenuti con psoriasi

07 maggio 2014 | 17.31
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Viterbo, 7 mag. (Adnkronos Salute) - Al via a Viterbo il progetto sperimentale 'Dermatologia protetta', per assicurare il trattamento delle persone affette da psoriasi e in stato di detenzione. Da un'idea di Adipso (Associazione per la difesa degli psoriasici) e Simpse (Società italiana di medicina e sanità penitenziaria), e reso possibile grazie al sostegno della direzione generale dell'Ausl viterbese, il progetto ha richiesto la creazione di una rete di collaborazione che ha coinvolto il Centro specialistico di riferimento per la psoriasi dell'ospedale Belcolle, con l'approvazione del ministero di Giustizia.

"Il diritto alla cura è imprescindibile - afferma Mara Maccarone, presidente di Adipso - Un detenuto non solo può, ma deve poter aver accesso alle terapie più adeguate per la patologia da cui è affetto. Nel caso della psoriasi, che è una malattia cronica, questo è ancor più importante per evitarne il peggioramento e la comparsa di comorbidità". Secondo le statistiche - si legge in una nota - soffre di psoriasi il 4% della popolazione e, sebbene non siano disponibili dati certi per quanto riguarda l'incidenza della patologia all'interno degli istituti penitenziari, se si applica la stessa percentuale a un totale di 60 mila detenuti ospitati nelle strutture carcerarie italiane, il calcolo è presto fatto: 2.400 potenziali pazienti presenti ogni giorno. Stima che va considerata per difetto se si pensa che nelle strutture penitenziarie transitano circa 100 mila persone in un anno.

Il progetto 'Dermatologia protetta' acquisisce un valore rilevante da un punto di vista dell'assistenza in ambito detentivo, non solo perché ha consentito la creazione del primo servizio sperimentale in Italia per la cura della psoriasi in carcere, ma anche come esempio di integrazione fattiva tra pubblico, privato e associazionismo. Il progetto, infatti, prevede la possibilità di visite specialistiche e di indicazioni terapeutiche presso la struttura di Mammagialla e presso il Reparto di medicina protetta di Belcolle, grazie a una borsa di studio messa a disposizione di Adipso e Simpse con un contributo incondizionato da parte di Pfizer. "La psoriasi è una patologia di non semplice cura - commenta il direttore sanitario dell'Ausl, Patrizia Chierchini - che richiede necessariamente l'intervento di uno specialista dermatologo. L'essere riusciti a centrare questo obiettivo è per noi motivo di soddisfazione".

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