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Forbes: le 50 dinastie più ricche d'Asia in lista, famiglia Samsung al 1 posto

08 ottobre 2015 | 18.15
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Le 50 dinastie più ricche dell'Asia. Forbes inaugura una nuova lista di potenti che mette in fila le potenti compagnie dell'Oriente attive da almeno 3 generazioni. Primo posto per la famiglia Lee, della Corea del Sud, che controlla il gruppo Samsung: il patrimonio è di 26,6 miliardi di dollari. Tra i 50 fortunati, compaiono nomi legati ad altre aziende ben note, come la famiglia Chung (#11) di Hyundai con 13,5 miliardi. Nell'elaborare la lista, Forbes ha fissato alcuni requisiti: un capitale minimo di 2,9 miliardi e che la ricchezza fosse il risultato dell'operato di almeno tre generazioni. Su 50, 14 delle famiglie più ricche sono indiane, 25 hanno origini cinesi ma nessuna vi è rimasta, 3 sono filippine (Sy, Ayala e Aboitiz). In Cina operano molte ricche aziende, sottolineano da Forbes, ma sono di prima generazione.

La famiglia è al centro di alcune dei principali e dei più estesi conglomerati di imprese e brand asiatici. I Lee del Gruppo Samsung sono esemplari del tipo di insieme che rappresentano; i ricavati della loro azienda nel 2014 equivalgono al 22% del Pil della Corea del Sud. Samsung è nata nel 1938, quando Byung-Chull, figlio di un ricco proprietario terriero, fondò una piccola impresa commerciale a Daegu. Alla morte del fondatore, nel 1987, il figlio Lee Kun-Hee è salito a capo del Samsung Group, che nel '90 si è suddiviso in quattro entità: Samsung, CJ, Shinsegae e Hansol, tuttora guidate da Lee di seconda e terza generazione. Sono almeno 15 familiari a capo di oltre 55 aziende, per un volume di vendite totale di 335 miliardi.

Poche altre dinastie possono dirsi a tal punto influenti, ma non mancano gli elementi ricorrenti, tra cui la dimensione internazionale dei confini aziendali. Alcune famiglie sono rimaste tagliate fuori dai "ricchissimi 50" perché "troppo giovani": è il caso di Li Ka-shing di Hong Kong, i cui figli seguono le orme paterne, ma i cui nipoti ancora non giocano ruoli chiave nel business di famiglia.

Alcune dinastie sono partite da zero

Scorrendo la lista delle potenti famiglie si incontrano storie in puro stile "Cenerentola". Il patriarca degli Ambani (India), al terzo posto della classifica, lavorava come benzinaio in Yemen sognando una vita migliore. Nel '57 è tornato in India dove si è lanciato nel commercio di spezie e filato; undici anni dopo, con la sua compagnia Reliance Textile Industries, ha lanciato il popolare brand tessile Vimal. Alla sua morte, nel 2002, i due figli hanno preso strade separate: Mukesh, assieme ai due figli gemelli, lavora nelle telecomunicazioni, Anil e il figlio lavorano a Reliance Capital. Tuttavia, per quanto separati, i successi restano in famiglia, permettendo agli Ambani di rientrare nella classifica di Forbes.

Nella top 10 incontriamo anche i Lee di Hong Kong (Henderson Development, #2 con 24,1 miliardi di dollari), Chearavanont dalla Thailandia (Charoen Pokphand (CP), #4, 19,9 miliardi), Kwok di Hong Kong (Sun Hung Kai & Co), Kwek/Quek di Singapore (Hong Leong), Premji dall'India (Wipro, #7), Tsai da Taiwan (Cathay Financial), Hinduja dall'India (Hinduja Group) e Mistry sempre dall'India (Shapoorji Pallonji, #10, 14.9 miliardi di sterline).

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