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Burocrazia

Le app che tagliano la burocrazia

25 maggio 2021 | 06.37
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Ogni anno, secondo CNA, solo per pagare le tasse servono 240 ore, 85 ore in più rispetto alla media dei Paesi dell’area euro.

Le app che tagliano la burocrazia

I dati CGIA certificano che pagare le tasse, tra moduli, certificati e adempimenti, grava sul sistema produttivo italiano per quasi 100 miliardi di euro all’anno. Tra le cause, le 160.000 norme in materia che l’Italia ha nel suo ordinamento contro le 7.000 di Francia, 5.500 di Germania e 3.000 del Regno Unito. Anche il privato cittadino si trova di fronte a molte ore mensili da dedicare a tasse, bollette, affari condominiali, assicurazioni. Colpa di rigidità, poca trasparenza, digitalizzazione solo parziale delle pubbliche amministrazioni, percorsi a ostacoli che scoraggiano all’idea di cambiare fornitori per utenze energetiche o telefoniche. Tutto tempo rubato alla quotidianità.

Fioriscono le app che promettono di farci tagliare i tempi di gestione della burocrazia domestica. C’è Taxfix, ad esempio, una startup che permette di fare la dichiarazione dei redditi interamente via app, su computer e smartphone. Il country manager Matteo Stifanelli ha fatto i conti: per una dichiarazione dei redditi bisogna mettere a bilancio “due visite al commercialista o al CAF, una raccolta di almeno 5 documenti, tra CUD, documenti di identità, fatture e scontrini per detrazioni di spese mediche, scolastiche, immobiliari o assicurative, e circa 20 ore di tempo per chi usa i canali offline”. Taxfix offre un servizio di compilazione e revisione della dichiarazione dei redditi a un prezzo di 29,90 euro, concorrenziale rispetto a un CAF (che a seconda dei casi va dai 20/30 fino a 70 euro), e interamente online.

Anche gestire o cambiare le utenze domestiche è spesso complesso e respingente. Un’app utile in questo senso è Switcho, che aiuta a trovare la migliore offerta e si fa carico anche della burocrazia, e tutto gratuitamente: la app guadagna dalle commissioni sui nuovi contratti attivati, e gestisce tutta la procedura di voltura delle utenze e il cambio fornitore. Anche il mondo delle assicurazioni cerca di sfondare la barriera burocratica dallo schermo dello smartphone, e cavalca la tendenza delle assicurazioni on demand, rivolte a un pubblico giovane, digitalizzato, attento a non spendere più del necessario. Come Yolo, nome “memetico” (che riecheggia il motto internettiano you only live once), piattaforma che offre prodotti assicurativi istantanei e su richiesta, che consentono ai clienti di acquistare assicurazioni nel momento in cui ne hanno bisogno e solo per il tempo di cui hanno bisogno. Un broker digitale che lavora in partnership con varie compagnie, proponendo la soluzione più adatta al cliente. Secondo una ricerca realizzata da Italian Insurtech Association (Iia) proprio con Yolo Group sono state circa 400.000 le persone che hanno acquistato polizze digitali negli ultimi sei mesi, e ci si aspetta di arrivare entro fine anno a un raddoppio rispetto all'anno precedente Secondo l'indagine, tuttavia, la conoscenza da parte dei consumatori delle polizze online è ancora limitata: solo il 28% dei Millennial interpellati dall'indagine conosce le polizze on demand, e tra gli over 40 digitalizzati (heavy digital spender) la percentuale è poco più alta: 33%. Per chi invece ha poca dimestichezza con i prodotti digitali scendiamo al 9%.

Non solo piccola burocrazia. Le app arrivano in soccorso anche per cambiare lavoro. Succede in Lombardia, con MyAfolmet, che promette di diventare il taglia coda definitivo nei centri per l’impiego. Dà infatti la possibilità di consultare e scaricare certificati, candidarsi a offerte di lavoro e tirocinio, compilare i moduli per la disoccupazione. Pietro Ichino, ex dirigente sindacale, docente di Diritto del Lavoro alla Statale e consigliere di Afol, parla di una sfida portata dalla pandemia, quella di riallineare una domanda e un’offerta di lavoro sfasate dall’emergenza sanitaria. Sfida affrontata grazie proprio alla nuova app. “C’è un giacimento occupazionale non sfruttato su cui bisogna intervenire” ha spiegato Ichino “per questo abbiamo messo insieme due linee di servizio, l’incrocio di domanda e offerta e la formazione”.

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