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Le botte poi il dirupo, così è morta Sofiya

29 dicembre 2017 | 14.52
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Le botte poi il dirupo, così è morta Sofiya

Sarebbe stata picchiata a morte e poi gettata in un burrone Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina sparita da Cornuda (Treviso) a metà novembre, il cui corpo è stato rinvenuto la vigilia di Natale in una scarpata nella strada che da Romano d'Ezzellino porta a Cima del Grappa. Sono i particolari agghiaccianti che emergono, secondo quanto riporta 'La Tribuna di Treviso', dall'autopsia effettuata ieri dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto.

Il corpo della donna, secondo quanto evidenziato dall'esame reso complicato dalle condizioni del cadavere, presenta moltissimi traumi compatibili, scrive il quotidiano, con "un violento pestaggio" e "una grave caduta". Resta da capire se Sofiya sia morta in seguito alle lesioni subite o dopo essere gettata nel burrone.

Sul movente dell'omicidio e su chi possa averlo compiuto è ancora mistero. Gelosia, amore e denaro sono tra gli scenari possibili. La donna aveva una complicata vita sentimentale. Per anni aveva vissuto due storie in parallelo: quella con Pascal, suo convivente per 16 anni che si è tolto la vita dieci giorni dopo la scomparsa della donna, e quella con un geologo emiliano di 70 anni.

Una doppia vita di cui però Sofiya voleva forse liberarsi dopo l'incontro con un medico trevigiano, il suo nuovo amore. Per fare chiarezza sulla tremenda fine della donna bisognerà attendere l'esito delle indagini e i risultati degli ulteriori accertamenti disposti sul corpo della vittima.

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