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In Afghanistan

Le 'brave ragazze' non studiano, 134 giovani avvelenate da fondamentalisti

03 settembre 2015 | 15.40
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(Xinhua)
(Xinhua)

Ci sono Paesi, dove anche studiare è un lusso. A Herat 134 persone, tra studentesse e insegnanti, della scuola femminile Babaj, nel distretto di Injil, sono svenute e sono state ricoverate in ospedale con sintomi di avvelenamento. E' l'agenzia di stampa afghana Pajhwok a riferire del terzo caso di avvelenamento a Herat in pochi giorni.

Tra le 134 persone, di età compresa tra gli otto e i 35 anni, c'è anche la preside della scuola. Nessuno sarebbe in pericolo di vita.

Alcune studentesse hanno riferito di aver avvertito un cattivo odore appena entrate in classe, di essere state colte da vertigini e nausea. "Appena entrata in classe ho sentito un cattivo odore, molto forte. Arrivata a casa sono svenuta", ha detto Nazia, una delle allieve della scuola.

Intanto cresce la rabbia tra i genitori, che criticano "l'indifferenza" delle autorità nonostante il susseguirsi di attacchi. Tre giorni fa 130 persone - tra studentesse e insegnanti - della scuola femminile Habib-Al-Mustafa, nello stesso distretto di Injil, sono finite in ospedale con sintomi di avvelenamento. Ieri, stessa sorte per un altro gruppo di circa 60 giovani dell'istituto.

"Chiedo al governo di garantire la sicurezza delle nostre figlie e di catturare e punire i responsabili degli attacchi", ha detto Aziz Gul, madre di una studentessa. Syed Azim Kubrzani, esponente del consiglio provinciale di Herat, ha invece chiesto "l'aiuto della Nato" perché "purtroppo le autorità locali non riescono a chiarire quale sia il gas usato negli attacchi".

Nelle scuole femminili dell'Afghanistan, dove i gruppi fondamentalisti si oppongono all'istruzione delle ragazze, si registrano di frequente casi di avvelenamento. Solo a giugno i media afghani hanno dato notizia di tre casi di avvelenamento di studentesse.

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