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Le diverse prospettive di Val di Suga

24 febbraio 2023 | 20.19
LETTURA: 2 minuti

Montalcino sta cambiando e con essa anche le Aziende, in piena metamorfosi. A raccontarci lo scenario attuale e futuro la cantina storica Val di Suga.

Le diverse prospettive di Val di Suga

Montalcino sta cambiando e con essa anche le Aziende, in piena metamorfosi. A raccontarci lo scenario attuale e futuro la cantina storica Val di Suga.

Il vostro legame con il territorio dove inizia?

L’elemento che lega la storia di Montalcino con quella di Val di Suga è il luogo in cui la cantina sorge. L’area (a nord di Montalcino) era già nei documenti quattrocenteschi nominata ‘Val di Suga’, Val di Suga o Valle Suga (come trascritta in un documento del 1575, che traeva il nome dal fiume Suga, a sua volta nominato così per le numerose querce da sughero che gli crescevano intorno. Era un’area molto importante, nella quale si teneva il più grande mercato agricolo e di bestiame della Val d’Orcia. La strada maestra che attraversava la Val di Suga si chiamava Via dei Mercati, appunto. L’area si collocava in posizione strategica tra la Val d’Orcia, la Val di Chiana, la Val d’Arbia e la Maremma. Per questo era considerata un importante crocevia per lo scambio di merci e di bestiame. Un luogo ideale per sviluppare un’azienda agricola, da prima e per molti anni, destinata alla produzione di cereali e foraggi e alla coltivazione di alberi da frutto, convertita poi in azienda vitivinicola alla fine degli anni ’60.

La Montalcino del futuro, come sarà?

Pensando al futuro, non si può evitare una riflessione fondamentale sul riscaldamento globale e sulla siccità, che regolarmente si è verificata nelle ultime annate. Inutile sottolineare come essa abbia delle forti influenze negative su tante varietà, tra cui il Sangiovese. Ogni produttore è chiamato a intervenire per contrastare il problema, con pratiche di breve periodo che consentano una maggiore rigogliosità vegetativa delle viti (attraverso fertilizzazioni e irrigazioni di soccorso). Ma nel medio/lungo periodo saranno necessari interventi comuni, in cui si mobilitino enti e Consorzio, che possano valutare la formazione di bacini per la raccolta delle acque (le riserve idriche diverranno più che mai preziose!) e un tavolo di lavoro costituito da tecnici e produttori che facciano ricerca genetica, selezionando cloni più adattabili e resistenti.

Leggi l’intervista completa su Vendemmie.

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