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Colombia: Farc accettano di liberare generale rapito

20 novembre 2014 | 08.57
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L'annuncio della prossima liberazione del generale Alzate, rapito domenica, apre la strada alla ripresa dei negoziati di pace in corso all'Avana dal novembre 2012 per metter fine ad un conflitto che dura da cinquant'anni. Il presidente Santos ha dichiarato che tornerà al tavolo dei negoziati appena sarà rilasciato l'ostaggio.

Soldati dell'esercito colombiano.  - (Xinhua)
Soldati dell'esercito colombiano. - (Xinhua)

I guerriglieri delle Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, hanno accettato di rilasciare il generale rapito domenica scorsa, aprendo la strada ad una ripresa dei negoziati di pace con il governo di Bogotà. Il generale dell'esercito Ruben Dario Alzate e quattro altre persone verranno presto messi in libertà, hanno annunciato i mediatori cubani e norvegesi al negoziato di pace in corso all'Avana. Subito dopo questo annuncio, la presidenza della Colombia ha dichiarato che tornerà al tavolo del negoziato appena sarà avvenuta la liberazione dei cinque ostaggi.

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, che ha fatto della pace con le Farc il suo primo obiettivo politico, aveva interrotto i negoziati dopo la notizia del rapimento di Alzate. Il generale è stato sequestrato mentre si trovava in barca, in abiti civili e disarmato, lungo il fiume Atrato nella Colombia del nord ovest. Assieme a lui sono stati catturati un soldato, Jorge Rodriguez, e un'avvocato dell'esercito, Gloria Urrego. L'accordo di liberazione prevede che siano rilasciati anche due soldati, Jonathan Diaz e Cesar Rivera, catturati dai ribelli durante uno scontro armato nel dipartimento nord orientale di Aruaca.

Il sequestro del generale minacciava di mandare a monte due anni di negoziati di pace, in corso all'Avana sin dal novembre 2012. Santos è stato rieletto quest'anno per un secondo mandato, mettendo l'accordo con le Farc in cima alla sua agenda politica. Il conflitto interno fra il governo e la guerriglia filo marxista dura da cinquant'anni e ha causato 220mila morti.

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