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Lecco: psicoterapeuta, madre voleva togliere dal mondo parte piu' bella di se'

10 marzo 2014 | 18.20
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''Voleva togliere dal mondo la parte più bella di sé. Un atto punitivo per annientare la vita e l'amore che vi aveva riposto condividendolo con il marito: una vita che le aveva tolto la cosa più importante per lei, la famiglia, lasciandola sola con tre figlie da crescere in mezzo a problemi economici, e un marito che quella stessa famiglia si era impegnato a distruggerla andando via con un'altra''. C'è questo alla base del gesto di Edlira Dobrushi, la 37 enne albanese che ieri a Lecco ha ucciso le figlie a coltellate.

Così Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell'Istituto di Gestalt Hcc Italy, analizza la tragedia dell'infanticidio. ''Uccidere le figlie è peggio che uccidere se stessa: non a caso la determinazione usata nell'accoltellare le tre bambine non è la stessa usata per il suicidio. E questo ha una spiegazione: la donna non ha semplicemente deciso di farla finita e di portare con sé le tre figlie perché le amava troppo e non riusciva a staccarsi da loro. Il suo gesto è molto più profondo".

"Per questa donna -sottolinea la psicoterapeuta- la famiglia era il valore più importante. Nel momento in cui questo valore viene meno con la fine del matrimonio e l'inizio di una nuova vita del marito con un'altra compagna, lei decide che quelle figlie non devono essere esposte a questo fallimento. E le uccide. Da una parte perché non sente più di poter continuare ad essere madre senza l'amore in cui ha creduto, dall'altra perché senza una vera famiglia non ha senso lasciare al mondo la parte più bella di sé''. (segue)

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