'Il riferimento vuol dire che mio padre ha lasciato un segno buono in tutti'
Un richiamo che fa piacere e che testimonia il fatto che Bud Spencer abbia lasciato un "segno buono" in tutti. Sia a destra sia a sinistra. Cristiana Pedersoli, figlia di Bud Spencer, mostra gratitudine di fronte ai riferimenti a suo padre fatti dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti contenute nel libro di Bruno Vespa 'Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)' in uscita domani con Mondadori Rai Libri. "Matteo - ha detto Giorgetti - è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso…" Malgrado la soddisfazione, però, la Pedersoli precisa però che le 'battaglie' di Bud Spencer e Terence Hill "non si possano accomunare alla politica".
"Bud Spencer - dice all'AdnKronos Cristiana Pedersoli - è stato spesso evocato, è stato ricordato con delle battute sia a destra sia a sinistra. Questa trasversalità mi fa sorridere perché evidentemente è apprezzato un po' da tutti. Ciò mi fa molto piacere perché ha lasciato un segno buono nel 'cuore bambino e genuino' di ognuno di noi senza segnali politici né di un verso né di un altro. Questo mi gratifica molto, e sono cose che mi fanno sorridere, finché sono fatte con ironia e affetto".
"Credo - aggiunge la Pedersoli - che probabilmente sia stato fatto un riferimento a mio padre perché, una volta, Salvini fece una battuta dicendo che lui e Di Maio erano come Bud Spencer e Terence Hill. Ogni volta che c'è qualche disputa un po' forte si fa riferimento a Bud Spencer e Terence Hill perché rappresentano in qualche modo la lotta dei sentimenti, delle idee. Non credo però che le loro battaglie si possano accomunare alla politica perché la loro era una lotta a difesa di tutti, a difesa dei più deboli. Era catartica, a fin di bene. Le loro scazzottate erano fasulle perché non c'era sangue, non c'erano ematomi, non c'era nulla. Erano simboliche per far capire quando bisogna fermarsi con le ingiustizie". Bud Spencer, ricorda a questo proposito la figlia, "era pacifico nella vita, era il gigante buono, l'impersonificazione del bene che combatte il male. I suoi film come 'Banana Joe' sicuramente avevano dei temi sociali, combattevano la burocrazia lenta ma si trattava di un discorso generale e non specifico", conclude.