Riparte oggi in commissione Affari costituzionali di Montecitorio l'iter della riforma della legge elettorale con la discussione sulle varie proposte di legge in campo, ma difficilmente si uscirà dallo stallo attuale. Troppi i nodi da sciogliere, le divisioni tra i partiti, i veti incrociati sul proporzionale e il Mattarellum. Tant'è che si vocifera un probabile rinvio a dopo il varo della legge di stabilità e c'è chi scommette che se ne riparlerà addirittura dopo il 5 novembre, giorno delle elezioni regionali in Sicilia.
"Siamo realistici, non neghiamo il lavoro fatto fino a giugno, ma esistono voti segreti, esistono rischi e occorre capire se esistono chance vere. Per il contesto è più importante la legge sui vitalizi". I 5 Stelle con Danilo Toninelli si sfilano di fatto dalla possibilità di ripartire dal patto a 4 con Pd, Lega e Fi sul modello tedesco. Per M5S è prioritario, spiega Toninelli in commissione Affari costituzionali, la legge sui vitalizi. "Se non passasse -osserva- il clima sarebbe tale da rendere impossibile la legge elettorale".
La linea dei 5 Stelle fa dire al Pd che, in queste condizioni, venendo meno uno dei contraenti del patto di giugno, è "impossibile ripartire con lo stesso schema". Il Pd, ha detto Emanuele Fiano, "vuole un accordo ampio" e contesta la posizione di Toninelli che vuole aspettare che prima venga approvata la legge sui vitalizi al Senato. "Non si può legare il lavoro di questo ramo del Parlamento a quello dell'altro". Per Fiano va sgomberato "il campo dalle eventuali preclusioni. Se rimane quella dei cinquestelle, non si può ripartire con lo stesso schema".