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Enciclica: Laudato si', Papa Francesco accende i riflettori sull'ambiente

18 giugno 2015 | 14.48
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Lotta all'inquinamento, interventi sul cambiamento climatico, uso delle tecnologie: la tutela dell'ambiente in dieci assi portanti, quelli della nuova enciclica di Papa Francesco dal titolo "Laudato si'", tratto dall'incipit del "Cantico delle creature" di San Francesco d'Assisi, dedicata ai temi dell'ecologia che si apre con la speranza: "L'umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune" /Speciale.

Speranza sì, ma senza una reale collaborazione e un comune impegno i rischi che corriamo sono gravissimi. "Le previsioni catastrofiche ormai non si possono più guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia", scrive il Santo Padre che nel testo affronta i temi dell'ambiente e dell'ecologia, ma non solo.

La relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta, l’invito a cercare altri modi di intendere economia e progresso, la responsabilità della politica internazionale e locale sono al centro del testo che vuole essere soprattutto "un appello, un invito urgente" al mondo intero: "Abbiamo bisogno di una nuova solidarietà universale", ma anche di cambiare le abitudini, invertire la rotta e "cercare un altro modo di intendere il progresso" avendo "cura della casa comune".

I cambiamenti climatici. Per Papa Francesco "sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche. E costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità", avverte il pontefice sottolineando che "gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo".

I rifiuti. L'inquinamento prodotto dai rifiuti, compresi quelli pericolosi è fra le cause della crisi ambientale posta al centro dell'enciclica. "Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, molti dei quali non biodegradabili - ricorda il Papa - La Terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura". E non dimentica l'aspetto legato alla salute. "Molte volte - lamenta il Papa - si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone".

Acqua. Il tema centrale è l'accesso alla risorsa idrica, "diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone: per questo, è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani". Scrive ancora Francesco "questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità". E sottolinea il tema dello spreco che si riscontra "non solo nei Paesi sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo che possiedono grandi riserve. Ciò evidenzia che il problema dell’acqua è in parte una questione educativa e culturale".

Acqua, ma anche cibo e risorse. "Si afferma che i problemi della fame e della miseria nel mondo si risolveranno semplicemente con la crescita del mercato" ma "il mercato non garantisce, però, da solo lo sviluppo umano integrale e l'inclusione sociale". Lamenta il Papa: "Non si mettono a punto con sufficiente celerità istituzioni economiche e programmi sociali che permettano ai più poveri di accedere in modo regolare alle risorse di base".

Tecnologia. Chi controlla la tecnologia è in grado di esercitare "un tremendo potere" e "un dominio impressionante". Così Papa Francesco mette in guardia: "Il paradigma tecnocratico tende a esercitare il proprio dominio anche sull'economia e sulla politica". Infatti, "l’economia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale". Francesco avverte: "L'umanità è entrata in una nuova era, in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte a un bivio", sul suo utilizzo con o senza limiti.

Ricorda Francesco: "Non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso dna e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su se stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo".

Il movimento ecologico. Papa Francesco ricorda anche che "il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo - lamenta Francesco - molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri".

Le leggi. "Spesso rimangono come lettera morta", denuncia il Papa. "Si può dunque sperare che la legislazione e le normative relative all'ambiente siano realmente efficaci?". Una richiesta pressante perché, come scrive Bergoglio, "sappiamo che Paesi dotati di una legislazione chiara per la protezione delle foreste, continuano a rimanere testimoni muti della sua frequente violazione".

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