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L'esperto militare ucraino: "Noi sotto minaccia come Israele, non cessino aiuti"

21 giugno 2022 | 13.04
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L'analisi di Petro Chernik all'Adnkronos: "Prima del collasso economico della Russia, possibile una fase di stagnazione della guerra che potrebbe durare fino a qualche anno"

 - Petro Chernyk
- Petro Chernyk

“La Russia non ha raggiunto lo scopo che si era prefissata: quello di liquidare l’Ucraina come Stato, trasformandola in territorio geopolitico della Federazione Russa. Le argomentazioni sia religiose che storiche, utilizzate prima dell’invasione, non hanno funzionato e quindi hanno fatto ricorso alla guerra”. Questo il parere dell’esperto militare ucraino Petro Chernyk, che, parlando con l’Adnkronos traccia un bilancio del conflitto in corso da quasi quattro mesi.

“Adesso - afferma - l'obiettivo ‘minimo’ della Russia è di prendersi più territorio possibile a Sud, sul mare, fino alla Transinistria. Ma non ci riusciranno, anche se so che la guerra dovrà durare ancora molto, prima di riuscire a cacciare i russi dal nostro Paese. Dobbiamo imparare a vivere sotto minaccia, come Israele, ma, se gli aiuti occidentali continueranno, alla fine riusciremo a vincere la guerra”. Una guerra che secondo Chernyk viene combattuta non solo per il territorio, ma anche per la civiltà, “perché l’Ucraina combatte per i valori europei e occidentali mentre la Russia non vuole il suo ingresso nella Ue. Se dovessimo cadere, la prossima sarebbe l’Europa”.

“Sono convinto – prosegue l’esperto militare – che nel tardo autunno la fase attiva della guerra si interromperà e si stabilirà una nuova linea di confine, che darà il via a una fase di stagnazione che potrebbe durare da alcuni mese a qualche anno. Quando il regime di Putin crollerà a causa delle sanzioni, ci sarà un collasso della Federazione Russa. A quel punto, l’Ucraina potrà riprendersi i suoi territori, inclusa la Crimea. In questa nuova fase, il conflitto subirà una stagnazione, nella quale ci sarà qualche sporadico scambio di fuoco con l’artiglieria. Se, dopo Putin, ci dovessero essere al potere dei politici che rappresentano la Russia imperiale, questi non accetterebbero mai l’Ucraina nella Ue, né come Stato indipendente. Diverso sarebbe se invece al potere dovessero andare i liberali, anche se non so immaginarlo. L'importante è fare arrivare la Russia al collasso. L’Ucraina dovrà in ogni caso imparare a vivere come Israele, sotto la minaccia, ma allo stesso tempo dovrà continuare a ricevere aiuti dall’Occidente”.

Anche nella fase attuale, sottolinea, “l’Occidente deve continuare sia con l’aiuto finanziario all’Ucraina, sia fornendo armi pesanti e artiglieria”.

Infine, la questione del grano e il suo sblocco commerciale: “Non esistono modi diplomatici per far partire i cargo dai porti - afferma - non credo e non mi fido delle élite russe e della promessa che la revoca delle sanzioni consentirebbe l’esportazione del cereale. Invece, questa è possibile soltanto se viene scortata da navi militari. Ma tutto dipende dalla volontà politica di farlo. Non ci si può fidare altrettanto della richiesta di sminamento delle coste, perché, appena lo facessimo, Putin manderebbe i paracadutisti. Invece, oggi la via più percorribile è probabilmente quella via terra, attraverso la Romania e l’Ungheria, per arrivare rapidamente e consegnare il grano in Africa”.

(di Cristiano Camera)

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