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Formazione: l'esperto, puntare su singoli talenti

07 novembre 2016 | 11.22
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Formazione: l'esperto, puntare su singoli talenti

"L'apprendimento deve essere personalizzato in base al talento dei singoli studenti. In un mondo che diventa sempre più complesso, siamo chiamati a coltivare la nostra creatività, rendendola sistematica o persino di routine, per far fronte alla sfide che un contesto così frastagliato ci pone". Questa la sintesi di 'Fuori di testa. Perché la scuola uccide la creatività', il saggio di Ken Robinson, esperto di educazione, innovazione e risorse umane (edito da Erickson).

"Se le nuove forme di lavoro -spiega- si basano sempre più su alti livelli di conoscenza è inevitabile che le aziende richiedano persone flessibili, capaci di pensare in modo creativo, di comunicare efficacemente e di lavorare in gruppo. Tuttavia, quelle stesse aziende, troppo spesso, dicono di non riuscire a trovare persone di questo tipo".

Il libro di Ken Robinson cerca di metterne a fuoco le ragioni, individuando la causa principale di questo immenso spreco di talento e opportunità nel sistema che è, invece, chiamato valorizzarli: la scuola. "Pur riconoscendo -sostiene-nella formazione e nell'istruzione le chiavi per il futuro le politiche attuali, infatti, sono mosse da una miope ossessione: anziché riflettere e discutere sulle strategie necessarie per affrontare questi straordinari cambiamenti, si ripete uno stanco mantra sull'innalzamento degli standard scolastici tradizionali".

"L'istruzione e la formazione -spiega- dovrebbero invece ripensare se stesse, permettendo alle persone di essere flessibili e adattabili, cosicché le aziende possano disporre delle giuste risorse per rispondere a mercati in continua ebollizione. Per trasformare l'istruzione -sottolinea Robinson- in un'opera che affronti seriamente le vere sfide del vivere e lavorare nel XX secolo, dobbiamo innanzitutto scardinare l'anacronistico paradigma industriale secondo cui l'educazione è un processo lineare. Niente di più falso: educare significa, infatti, coltivare quei talenti e quelle sensibilità che permettono di orientarci al meglio nel presente, proiettandoci così nel futuro".

Sulla scorta di queste considerazioni, la ricetta fornita da Robinson implica una visione di scuola che coltivi l'intera gamma dei talenti degli studenti, attraverso un curriculum più ampio e una gamma più flessibile di stili di insegnamento. Una scuola in grado di personalizzare l'apprendimento, modulandosi sulle inclinazioni di ogni individuo.

"Non solo infatti -fa notare- l'apprendimento personalizzato è un investimento e non un costo, ma è soprattutto l'unica alternativa praticabile. L'educazione o è personale o non è niente. L'aveva ben in mente Socrate qualche secolo fa: 'Educare è accendere una fiamma non riempire un vaso'. Solo in questo modo sarà possibile sfatare il mito secondo cui la creatività è circoscritta a precise attività. Essa, invece, è possibile -ribadisce- in ogni disciplina e dovrebbe essere promossa in ogni ambito e momento dell'istruzione. La creatività, dunque, come principio specifico, attraverso cui l'istruzione può concretamente realizzare i suoi scopi di ordine personale, culturale ed economico".

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