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Letta: "Su Ius scholae non arretriamo. Con appoggio esterno esperienza finita"

30 giugno 2022 | 15.42
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Il leader dem: "Noi non abbiamo fatto cadere l'esecutivo dopo lo stop al ddl Zan. I patrioti non sono Meloni e Salvini, siamo noi"

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"Il voltafaccia che c'è stato in Parlamento da parte dei Gruppi parlamentari di destra e di centrodestra sul tema dello Ius scholae rappresenta per me una grande sorpresa e soprattutto il legare la discussione in Parlamento sullo ius scholae alla sopravvivenza del Governo. Si fa cadere un Governo per fatti drammatici, non si fa cadere un Governo perché un ragazzo italiano a tutti gli effetti, dopo anni di scuola in Italia, che parla il dialetto come posso parlarlo io, viene ad avere finalmente la possibilità di avere la cittadinanza, e si decide addirittura di far cascare il Governo per evitare che quella ragazza e quel ragazzo abbia la cittadinanza italiana. Io rimango senza parole di fronte ad una scelta di questo genere". Lo ha affermato il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla Direzione del partito.

"Rimango letteralmente senza parole -ha ribadito il leader Dem- per il metodo e per il contenuto. Noi non arretriamo di un millimetro sulla vicenda del dare a coloro che hanno diritto da tutti i punti di vita alla cittadinanza italiana di dargliela questa cittadinanza. Il metodo che è stato scelto da parte della Lega e di Salvini è incomprensibile: lo ius schoale ha mai fatto parte dell'agenda di Governo? Mai. Ci sono dei temi che riguardano la cittadinanza, i diritti, che sono tipici dell'agenda parlamentare e sui quei temi si discute in Parlamento, non c'è nessun collegamento da fare con la vita del Governo".

"Cosa avremmo dovuto fare noi -si è chiesto ancora Letta- quando la Lega con una battaglia di ostruzionismo senza precedenti e senza quartiere affossò il ddl Zan? Avremmo dovuto noi chiedere la caduta del Governo perché c'era quella scelta che la Lega aveva fatto? Ovviamente non lo abbiamo fatto, perché quel tema legato ai diritti è un tema tipico del dibattito parlamentare, fuori dal patto di governo che oggi ci lega con alleati lontanissimi da noi, con i quali collaboriamo solamente in questa situazione eccezionale per il bene del nostro Paese".

"I patrioti non sono la Meloni e Salvini che non vogliono lo ius scholae. I patrioti siamo noi che vogliamo lo ius scholae e se non si rendono conto di questo non hanno idea di quale è l'Italia del futuro e l'Italia del futuro non è un'Italia nella quale difendersi e mantenere tutto ciò che è stato fino adesso, che si riduce demograficamente senza guardare al futuro. Il futuro lo si gestisce cercando di costruirlo insieme", ha poi affermato il segretario nella replica alla Direzione del partito.

"Le barricate che hanno fatto sullo ius soli -ha proseguito il leader Dem- se le fanno anche sullo ius scholae vuol dire una sola cosa: loro non vogliono nessun altro che non sia raccontabile come espressione di una continuità con la razza italiana, che è un ragionamento che trovo inaccettabile. Aggiungo che si può fare lo ius scholae facendo tutti gli altri provvedimenti insieme sulle bollette elettriche, sul lavoro, sulla precarietà, su come riuscire a dare un aiuto agli agricoltori, sulla siccità, il Parlamento non ha un unico intervento da fare durante l'anno, il Parlamento può fare tante cose durante l'anno e tante leggi nella stessa giornata".

"L'idea di fare un racconto sul fatto che non questo ma bisogna fare altro -ha continuato Letta- è semplicemente perché non hanno il coraggio di dire che non li vogliono. La verità è che se si mettono di traverso ad un provvedimento costruito così, è semplicemente perché non li vogliono e vogliono costruire ancora una volta la loro propaganda esclusivamente sul tentativo di scacciare la diversità dal nostro Paese".

"Sosteniamo questo Governo in questa modalità, con questa maggioranza e con questa squadra e crediamo che sia totalmente inopportuno fare discussioni su qualunque modifica, mutamento, sia della squadra, sia del profilo della maggioranza: appoggi esterni, partiti che passano all'opposizione, tutto questo sancirebbe probabilmente, perché sta sempre al Presidente della Repubblica assumere iniziative e decisioni, la fine anticipata della legislatura. Credo invece che sia importante che la legislatura vada alla sua conclusione e per andare alla sua conclusione deve andarci con questo Governo Draghi che sosteniamo, con questa squadra e con un programma che abbia quell'agenda sociale al centro che noi abbiamo chiesto e che deve assolutamente andare avanti", ha poi ribadito il segretario del Pd.

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