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Lettera a Renzi, per salvare Ssn spending review efficace ma indolore

25 marzo 2014 | 15.55
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Lettera a Renzi, per salvare Ssn spending review efficace ma indolore

Roma, 25 mar. (Adnkronos Salute) - La ricetta per salvare il Servizio sanitario nazionale passa per una spending review efficace, ma indolore. E' il senso della lettera aperta inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Al centro, la preoccupazione per il destino della sanità pubblica e l'invito al premier ad affrontare la questione.

"Il vento di fiduciosa speranza che ha salutato il suo mandato di premier giovane, dinamico e con una irrefrenabile voglia di cambiare il Paese - premette Cartabellotta - non ha ancora conquistato gli addetti ai lavori della sanità pubblica che restano in attesa di chiare risposte della politica sul futuro del Ssn. Infatti, da diversi anni il diritto costituzionale alla salute dei cittadini italiani è subordinato alle esigenze della finanza pubblica che attraverso 25 miliardi di tagli lineari - sottolinea - hanno colpito il cuore pulsante del servizio sanitario. Intanto, il Patto per la Salute continua a rimanere al palo".

Renzi, dunque, "non perda l'occasione di essere ricordato come il premier che ha salvato il nostro Ssn: dia una vigorosa spallata alle vecchie logiche che hanno trasformato la sanità italiana una 'mangiatoia'. Punti a realizzare in sanità una sana spending review - propone l'esperto - rimborsando con il denaro pubblico solo quello che funziona e serve alla nostra salute e non servizi e prestazioni sanitarie inutili e spesso dannosi, difesi strenuamente dalle amministrazioni regionali e locali per mere logiche di consenso elettorale, o le false innovazioni abilmente proposte dal seduttivo mercato della salute e prontamente caldeggiate da innumerevoli lobbies professionali".

"Caro presidente - prosegue Cartabellotta nella lettera a Renzi - per salvare la più grande conquista sociale dei cittadini italiani non servono dunque grandi riforme, ma azioni mirate e innovazioni di rottura che richiedono volontà politica, un'adeguata (ri)programmazione sanitaria basata sulle conoscenze, un management rigenerato, una rigorosa governance dei conflitti di interesse, l'impegno collaborativo di tutti i professionisti sanitari e la riduzione delle aspettative dei cittadini nei confronti di una medicina mitica e di una sanità infallibile", è la ricetta.

Gli "ambiziosi programmi" di Renzi "per il rilancio del Paese richiedono tanti soldi, che devono essere assolutamente recuperati - riconosce l'esperto - ma il piano preliminare del commissario Cottarelli non ha adeguatamente personalizzato la spending review per la sanità, dove serve una chirurgia superselettiva per eliminare oltre 20 miliardi di euro l'anno di inaccettabili sprechi che si annidano a tutti i livelli: politico, organizzativo, professionale e sociale. Inoltre, la sacrosanta e condivisa proposta di effettuare una spending review 'interna' alla sanità - prosegue - ha risvolti imprevedibili senza un’adeguata programmazione e una governance nazionale. Se è indubbio che tutte le risorse recuperate devono rimanere nel comparto sanitario, in assenza di chiari obiettivi di disinvestimento e riallocazione, la maggior parte delle Regioni non riuscirà mai nella duplice titanica impresa di tagliare gli sprechi e investire su servizi e prestazioni sottoutilizzate, oltre che effettuare i necessari investimenti strutturali", sottolinea.

"Se in questo clima di grande rinnovamento non sapremo cogliere questa opportunità, bisognerà riformulare l'articolo 32 della Costituzione, sostituendo 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo' con 'La Repubblica contribuisce a tutelare la salute come fondamentale diritto dell'individuo'. Perché di fronte all'Europa e al mondo intero sarebbe anacronistico continuare a sbandierare un Ssn pubblico, equo e universalistico quando oggi i fatti smentiscono l'articolo 32 e i princìpi fondamentali del Ssn", conclude la lettera.

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