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L'Europarlamento chiede una lista nera comune dei paradisi fiscali

06 luglio 2016 | 16.20
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L'Europarlamento chiede una lista nera comune dei paradisi fiscali

Approvate oggi a Strasburgo le raccomandazioni del Parlamento Europeo per rendere più equa e chiara la tassazione per le imprese. I deputati chiedono un registro pubblico Ue dei beneficiari effettivi delle aziende, una lista nera dei paradisi fiscali, provvedimenti contro l'abuso dei sistemi di 'patent box', un codice di condotta per banche e consulenti tributari, una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società (Ccctb) e una ritenuta alla fonte sugli utili che lasciano l'Ue.

Le raccomandazioni, redatte dai co-relatori Michael Theurer (Alde) e Jeppe Kofod (S&D) per conto della commissione speciale per le decisioni in materia fiscali (Taxe II), sono state approvate con 514 voti a favore, 68 contrari e 125 astenuti.  "Il dumping fiscale è fatto a spese delle imprese pubbliche e di quelle di piccole e medie dimensioni, che sono la spina dorsale dell'economia europea. In un sistema fiscale equo, le multinazionali pagano la loro parte e devono farlo nei luoghi in cui generano i propri profitti e aumentano il proprio valore", ha detto Theurer.

"Con questa relazione, l'Europa intensifica la lotta contro l'evasione fiscale e i paradisi fiscali. Stiamo stabilendo richieste chiare per una maggiore responsabilità, deterrenti efficaci sotto forma di un marcato aumento delle sanzioni per i paradisi fiscali, le banche, i consulenti fiscali e le imprese, e chiediamo una maggiore cooperazione europea e internazionale su questo tema estremamente problematico", ha detto Kofod.

I deputati accolgono le proposte della Commissione per l'elaborazione di una lista nera europea delle giurisdizioni non-cooperative. Il Parlamento sottolinea che la procedura di inserimento nella lista nera dovrebbe avvenire per gradi, consentendo un dialogo con la giurisdizione.  Il Parlamento sostiene, tra l'altro, anche sanzioni contro le giurisdizioni non cooperative, tra cui la possibilità di sospendere gli accordi di libero scambio e vietare l'accesso ai fondi comunitari. Le sanzioni dovrebbero essere rivolte ad aziende, banche, società di revisione contabile e legali e consulenti fiscali di cui è stato dimostrato il coinvolgimento in attività illegali o illecite con quelle giurisdizioni.

In particolare, i deputati chiedono agli Stati membri di introdurre sanzioni contro i responsabili aziendali coinvolti nell'evasione fiscale inclusa la revoca delle licenze commerciali nei casi in cui i professionisti siano coinvolti in schemi di pianificazione fiscale illecita ed evasione. La Commissione europea dovrebbe inoltre valutare la possibilità di introdurre una responsabilità finanziaria per i consulenti fiscali che partecipano a pratiche illecite.  

I deputati sono critici anche nei confronti dei regimi di 'patent box' per i redditi derivanti dalla proprietà intellettuale, che non si sono dimostrati efficaci nel promuovere l'innovazione, ma sono invece utilizzati dalle multinazionali per trasferire gli utili attraverso schemi di pianificazione fiscale aggressiva.  I deputati chiedono quindi alla Commissione di presentare proposte legislative comunitarie al fine di vietare l'uso improprio dei patent box e garantire che essi siano collegati a una reale attività economica.

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