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Levi Strauss & Co aderisce alla blockchain del cotone sostenibile

09 luglio 2021 | 07.41
LETTURA: 3 minuti

TextileGenesis utilizza i suoi token digitali, i fiber coins, per creare una marcatura temporale del prodotto lungo tutta la filiera e gli stadi della lavorazione.

 - Da Cottonusa.org
- Da Cottonusa.org

Levi Strauss & Co, con i suoi brand storici Levi’s, Dockers, Denizen by Levìs e Signature by Levi Strauss & Co. ha aderito all'U.S Cotton Trust Protocol, un sistema che fissa obiettivi quantificabili e verificabili per la produzione sostenibile di cotone. Il protocollo fornisce dati verificati sulle pratiche di sostenibilità dei coltivatori di cotone statunitensi e l'accesso a dati aggregati su base annua su elementi chiave quali l'utilizzo dell'acqua, le emissioni di gas a effetto serra, il consumo di energia, l'efficienza, l'erosione e la presenza di carbonio organico nel suolo, con una completa trasparenza della supply chain attraverso l'uso della tecnologia blockchain di TextileGenesis. Al Cotton Trust Protocol aderiscono già oltre 450 membri tra brand, retailer, stabilimenti e produttori, tra loro anche Tesco, Gap e Next.

È solo l’ultima notizia di un trend in crescita e continua evoluzione, che applica la blockchain al tessile in ottica di sostenibilità. Si tratta di un’industria frammentata con complesse catene di approvvigionamento che attraversano tutto il mondo, in cui è difficile tracciare con certezza la provenienza etica delle materie prime. Come spiega il fondatore di TextileGenesis Amit Gautam, “La supply chain di un singolo indumento può coinvolgere fino a sette diversi stadi di produzione in diversi Paesi. La materia prima a volta passa di mano anche dieci volte prima di essere trasformata in una t-shirt”. TextileGenesis utilizza i suoi token digitali, i fiber coins, per creare una marcatura temporale del prodotto lungo tutta la filiera e gli stadi di lavorazione, in modo che il brand sappia con esattezza quali materie prime finiscono nel suo prodotto. Oltre che con l’US Cotton Protocol, TextileGenesis lavora ad altri progetti, tra cui uno con il colosso della fast fashion H&M per tracciare il poliestere riciclato e la lana certificata e sostenibile delle sue linee Conscious.

Anche il programma Horizon Europe ha messo in campo fondi o importanti per il tracciamento blockchain nell’industria tessile. Il progetto Trick, finanziato da Horizon 2020, ha come obiettivo quello di fornire alle PMI del settore tessile, da qui a 42 mesi, una piattaforma digitale completa, affidabile, a prezzi accessibili e standardizzata, che possa favorire un approccio sostenibile e circolare. il tracciamento trasparente delle materie prime e di tutte le fasi di lavorazione avviene anche qui tramite blockchain. Non solo sostenibilità: la blockchain nel tessile entra in gioco anche per la protezione della proprietà intellettuale e contro la contraffazione, in particolar modo per i brand di lusso. Tramite blockchain infatti è possibile dare una marcatura certa a bozzetti di tessuti, capi o accessori ancora non realizzati ma che si desidera proteggere da furti di idee, dato che con questo sistema si possono attestare con certezza data, identità del creatore e immutabilità del documento creato. Inoltre è possibile, per ogni prodotto fisico, dare vita al suo corrispondente NFT, “gemello virtuale” che, collegato tramite etichetta digitale, ne attesta l’originalità e la proprietà, mettendo fine a frodi, falsificazioni e furti, anche nel mercato dell’usato.

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