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L'evoluzione della criminalità organizzata tra Tik Tok e cryptovalute

27 maggio 2022 | 07.26
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L'evoluzione della criminalità organizzata tra Tik Tok e cryptovalute

I giovani camorristi spopolano su Tik Tok, hanno un linguaggio in codice fatto di simboli alfanumerici ed emoticon, la mafia foggiana li imita, i Casamonica di Roma usano la musica neomelodica napoletana sui loro social. È il lato oscuro della globalizzazione, come ha detto la professoressa dell’Università di Bath Felia Allum, la criminalità che si è evoluta con il digitale. Se ne è parlato oggi negli studi di ViaCondotti21, nel Corso di Alta Formazione organizzato dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con il Gruppo Pubbliemme, Diemmecom, LaC Network, ViaCondotti21 e l’Università LUISS, andato in onda in diretta streaming su LaCNews24.

"Un tempo i camorristi cercavano di farsi accettare dalla popolazione, tenendo nascoste le attività criminali - ha detto Luigi Sabino, giornalista del Mattino che ha svelato nelle sue inchieste il nuovo linguaggio in codice della Camorra sui social - Oggi la ricchezza che viene dal crimine deve essere ostentata e il canale preferito dei giovani camorristi è Tik Tok. Ci sono i Tik Tok celebrativi, in cui si ostentano in giri in Ferrari sotto la Torre Eiffel e i boss detenuti al 41-bis e i Tik Tok commemorativi, per i morti ammazzati. La Camorra ha ovviato al divieto dei funerali pubblici. Oggi i funerali dei boss si fanno su Tik Tok".

"Qualcuno dice che la mafia non esiste più perché non ammazza più nessuno. È proprio il contrario - ha detto lo scrittore ed ex Questore Piernicola Silvis -- La criminalità organizzata non ammazza più nessuno perché non ne ha neanche bisogno. Questo la rende ancora più pericolosa. La ‘ndrangheta è uscita dalla Calabria e fa affari al Nord, è la sua evoluzione. Oggi le seconde e terze generazioni delle famiglie della ‘ndrangheta calabrese sono manager che hanno studiato alla Bocconi".

Lo stereotipo del mafioso del Sud rozzo e ignorante è superato, come è superata la convinzione che al Nord Italia le mafie non avrebbero mai attecchito, come ha spiegato Cesare Giuzzi del Corriere della Sera: "Per gli imprenditori del Nord la ‘ndrangheta è un brand affidabile con cui fare affari. Non ha più bisogno neanche di fare paura, alcuni personaggi si sono fatti corrompere con una escort".

"I mafiosi sono da sempre interessati alla narrazione» ha detto Salvo Palazzolo di Repubblica «Non è un caso che il primo delitto eccellente a Palermo sia stato quello di Mario Francese, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia. È questa l’unica antimafia che dà fastidio ai boss. Quella che sta sul territorio". L’incontro è stato moderato da Alessandro Russo, Direttore Editoriale di LaC Network. I corsi della Scuola di Alta Formazione Magna Grecia saranno disponibili dal prossimo autunno.

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