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L'ex ad di Alitalia Bisignani: "su investitori pesa rischio Paese"

22 novembre 2019 | 12.25
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(Alberto Lo Bianco/Fotogramma) - Fotogramma
(Alberto Lo Bianco/Fotogramma) - Fotogramma

Per il rilancio della nuova Alitalia servono tra i 3 e i 4 miliardi e questo perché la compagnia deve potenziare soprattutto la flotta di lungo raggio per 'aggredire' il mercato più redditizio del lungo raggio e, quindi, anche per comprare slot nei principali aeroporti. Ma oltre alla portata delle risorse da mettere in campo, quello che, in questa fase, sembra pesare di più è il 'rischio Paese' che frena i potenziali partner industriali internazionali. A indicarlo con "grande preoccupazione" che Giovanni Bisignani, ex amministratore delegato di Alitalia ed ex numero uno della Iata, commenta all'Adnkronos la situazione di stallo dopo il nulla di fatto alla scadenza di ieri per la presentazione delle offerte vincolanti.

"Per il riavvio di Alitalia sarebbe avere una disponibilità di almeno 3 miliardi di euro e questo perché oggi l'odierna struttura aziendale nel medio raggio ha un costo troppo alto e la compagnia è molto incardinata sul medio raggio. Ma con i suoi costi di struttura così elevati non può combattere su questo segmento la concorrenza agguerrita delle low cost", spiega Bisignani.

Di qui la strada obbligata di crescere sul lungo raggio "che è l'unico mercato redditizio dove, invece, Alitalia è deficitaria". "Questo - dice Bisignani - potrebbe avvenire con l'ingresso di una grande compagnia tenendo, comunque, presente, che pur avendo la disponibilità finanziaria, un buon investitore dovrebbe affittare in tempi rapidi aerei, i cui tempi di consegna vanno da 3 a 5 anni, e bisognerà acquistare slot nei grandi aeroporti e questi costano milioni".

"L'unica possibilità di salvezza per Alitalia è trovare una grande compagnia, un partner come Delta o Lufthansa", sottolinea ancora Bisignani. "Ma anche se ci fosse l'interesse per Alitalia, il vero problema è che ci sono grosse difficoltà a investire perché in generale quella dell'Italia viene vista come una situazione estremamente deteriorata. La situazione - insiste - è estremamente difficile. Le pagine dei giornali parlano tutti i giorni dell'Italia e questo non sfugge a chi deve investire. Non passa certo inosservata".

Insomma, come se non bastassero tutti gli altri problemi, la vicenda Alitalia è esposta anche a un "rischio Paese". "E' un vero peccato. Non possiamo pensare che un Paese come l'Italia, con una fortissima vocazione turistica, possa rimanere senza una compagnia di bandiera. Sarebbe veramente inconcepibile e inimmaginabile", afferma Bisignani. Ma, al momento, "purtroppo non si vedono soluzioni all'orizzonte, lo scenario è molto fosco".

Non si può certo contare sull'intervento pubblico: "Alitalia ha già avuto forti prestiti e sarebbe difficile che Bruxelles ne autorizzi altri", osserva Bisignani che si mostra fortemente scettico sull'ingresso delle Fs: "ricordo un precedente, quello di Air Canada con la compagnia ferroviaria del Paese. Era il 1949 e durò pochi mesi...".

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