Saleh esorta i miliziani sciiti houthi a continuare a combattere contro la coalizione guidata dall'Arabia Saudita dopo due raid aerei sulla sua abitazione a Sana'a.
Il deposto presidente yemenita Ali Abdullah Saleh ha ufficialmente dichiarato il suo sostegno al movimento dei miliziani sciiti houthi. Con un discorso trasmesso dalla televisione a lui vicina dopo due raid sauditi contro la sua abitazione a Sana'a, dai quali è uscito illeso in quanto non si trovava in casa, Saleh ha detto che ''non sono un alleato di Ansar Allah (gli houthi, ndr), ma oggi annuncio che gli yemeniti sosterranno chiunque difenda gli interessi della nazione''.
Descrivendo ''questa aggressione (saudita, ndr) come un atto di codardia'', Saleh si è rivolto agli houthi e li ha esortati a ''continuare a imbracciare le armi, pronti a sacrificare le vostre vite per difesa contro questi attacchi belligeranti''. Alla coalizione militare guidata da Riad, che ha offerto agli houthi e all'esercito alleato a Saleh cinque giorni di tregua umanitaria, l'ex presidente yemenita ha risposto che ''se siete abbastanza coraggiosi, venite e affrontateci sul campo di battaglia. Colpirci con razzi o con aerei da combattimento non vi permetterà di ottenere i vostri risultati''.
I commenti di Saleh seguono un comunicato diffuso dagli houthi nel quale i miliziani dicevano di vedere ''positivamente'' gli sforzi mirati ad alleviare le sofferenze del popolo yemenita. Dichiarazioni che andavano incontro alla tregua umanitaria proposta dall'Arabia Saudita per permettere la distribuzione di aiuti al popolo yemenita.
