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Libano: Gemayel, Hezbollah principale minaccia per il paese

27 febbraio 2014 | 18.51
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(Aki) - La "principale minaccia" per il Libano e' "il comportamento di Hezbollah, che agisce completamente al di fuori della costituzione, delle leggi e del rispetto delle istituzioni democratiche". Lo afferma l'ex presidente libanese Amin Gemayel, in un incontro con i giornalisti alla Fondazione Craxi a Roma. Il movimento sciita libanese e' sotto accusa per il suo coinvolgimento nella guerra in Siria, al fianco delle forze di Bashar al-Assad. Secondo Gemayel "bisogna convincere Hezbollah a rispettare le leggi e la sovranita'", tenendo in considerazione la "dimensione straniera, ovvero i legami del gruppo con la Siria e l'Iran, e la dimesione interna libanese".

"E' molto difficile, ma sono in atto molti sforzi - afferma - per risolvere il problema attraverso il dialogo e le relazioni internazionali". Gemayel, a questo proposito, esclude categoricamente negoziati con l'Iran sulla questione del movimento sciita guidato da Hassan Nasrallah. L'ex presidente sottolinea come "purtroppo Hezbollah non fa gli interessi del Libano e bisogna quindi usare il dialogo per preservare la sovranita' e convincere Hezbollah a concentrarsi sugli interessi nazionali". La situazione del Libano, ammette, "e' molto complessa sia a livello locale, che a livello di implicazioni di Iran, Siria e molti altri nei nostri affari interni".

Gemayel si dice comunque ottimista per il futuro del Paese dei Cedri, sottolineando come "in generale il popolo libanese voglia preservare la democrazia, un sistema unico nella regione" anche se "non perfetto". Gemayel, che era presidente del Libano quando Bettino Craxi era presidente del Consiglio, ha colto l'occasione per ricordare "una grande persona, di grande valore a livello intellettuale e politico", un "personaggio che ha dimostrato grande abnegazione devozione e che merita rispetto e riconoscenza".

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