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Libano: presidenziali, il voto di giovedi' e l'accordo che non c'e' (2)

12 maggio 2014 | 15.47
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(Aki) - Secondo il giornale al-Akhbar, vicino a Hezbollah, il patriarca avrebbe avanzato nei giorni scorsi l'ipotesi di estendere il mandato di Suleiman. Quest'ultimo, stando a un articolo pubblicato oggi dallo stesso giornale, avrebbe chiesto a uno dei suoi consiglieri di trovare una base giuridica per continuare a esercitare i suoi poteri dopo la scadenza del mandato di sei anni evitando cosi' che i poteri passino all'esecutivo guidato dal sunnita Tammam Salam.

Per superare l'impasse, stando al giornale An Nahar, sarebbero in campo anche gli ambasciatori di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Oggi l'ambasciatore francese a Beirut, Patrice Paoli, ha esortato ''i politici e i partiti libanesi a partecipare alla votazione per il nuovo capo di Stato''. Nei giorni scorsi l'ambasciatore Usa, David Hale, ha sottolineato come ''la comunita' internazionale, e certamente gli Usa, abbiano bisogno di partner libanesi per aiutare questo Paese'', pur rimarcando che gli Usa ''non hanno alcun ruolo nella nomina e nella scelta dei candidati, ne' deve averlo alcuna altra potenza straniera''.

Dopo la prima votazione del Parlamento del 23 aprile, quando Samir Geagea - 61enne leader delle Forze libanesi sostenuto dalla coalizione antisiriana del 14 Marzo - ha ottenuto solo 48 voti, i lavori dell'aula di Place de l'Etoile presieduta dall'inamovibile sciita Nabih Berri sono stati bloccati dal boicottaggio dei deputati dell'alleanza dell'8 Marzo (capeggiata da Hezbollah), compresi quelli del blocco Cambiamento e Riforma guidato da Aoun, e per questa ragione sono saltate le votazioni fissate per il 30 aprile e il 7 maggio. (segue)

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