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Libano, "prima del boato aerei da guerra volavano bassi"

05 agosto 2020 | 17.25
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La testimonianza della fashion consultant Paola Rebeiz all'Adnkronos: "Quasi convinta si sia trattato di un attentato. Erano aerei forse israeliani o siriani. In Libano non abbiamo di questi aerei"

(Xinhua)
(Xinhua)

"Sono quasi convinta che si sia trattato di un attentato. Pochi minuti prima dell'esplosione volavano sulla città, bassissimi, aerei da guerra. Aerei forse israeliani o siriani. In Libano non abbiamo di questi aerei". E' quanto ha dichiarato all'Adnkronos da Beirut, dove abita, Paola Rebeiz, fashion consultant, una casa a pochi metri dal porto.

"Ho ancora un orecchio ferito, sento malissimo -ha aggiunto- lo choc dell'esplosione è stato enorme, il rumore assordante. Una parte della mia casa è stata distrutta. Sentivo le persone gridare in strada. Purtroppo il 40 per cento delle persone ferite -ha spiegato ancora Paola Rebeiz- è stata colpita non dalle esplosioni ma all'interno delle proprie case. Vetri rotti, porte sfondate, lampadari caduti. Io ho trovato, dopo l'impatto, i miei abiti appesi a un albero del giardino di casa. Un'immagine 'chagalliana' se non fosse il simbolo di una tragedia in corso, con politici inadeguati che pensano al loro tornaconto e non al benessere del popolo che rappresentano".

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