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Alimentazione

Liberi a tavola? Ecco i giganti del cibo che orientano i nostri gusti

10 ottobre 2016 | 10.37
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Aumenta di anno in anno il fatturato delle grandi multinazionali dell'alimentazione. Noi pensiamo di poter scegliere, ma fino a che punto se con la globalizzazione i mezzi per sfamare il mondo si sono concentrati nelle mani di pochi giganti? I big decidono cosa mangiamo 'orientando' così i nostri gusti e le nostre abitudini, influenzano le preferenze dei consumatori fino a modificare le culture alimentari.

La svizzera Nestlè ha un fatturato di 92,3 miliardi di dollari e centinaia di marchi in tutto il mondo. Secondo la classifica di Fortune, riporta 'Il Giornale', seguono la PepsiCo con un giro d'affari di 63,1 miliardi di dollari e la conglomerata Unilever (59,1 miliardi di dollari).

Accanto a nomi famosi ce ne sono altri che controllano marchi famosi. E' il caso ad esempio della Mondelez che controlla le Cipster, il Philadelphia, il Toblerone, la carne Simmenthal, i biscotti Saiwa e il caffè Hag.

Ma i giganti non si concentrano solo sul cibo. E' il caso dell'Anheuser-Busch Inbev, primo produttore mondiale di birra. I consumatori italiani nei supermercati trovano le sue etichette: Beck’s, Stella Artois, Leffe, Tennent’s, Labatt, Budweiser, Spaten, Corona, Franziskaner solo per citarne alcune.

E da noi? Ferrero, Parmalat e Barilla sono "le prime tre industrie alimentari italiane anche se Parmalat - scrive 'Il Giornale' - dopo le traversie legate alla bancarotta della famiglia Tanzi è entrata nell’orbita dei francesi di Lactalis. I fatturati sono di 9,5 miliardi per la multinazionale della Nutella (di cui 2,5 in Italia e il resto all’estero), 5,5 per il colosso lattiero-caseario e 3,3 per il primo produttore al mondo di pasta. In base ai ricavi complessivi seguono i gruppi Cremonini (carne, 3,2 miliardi), Veronesi (mangimi, pollame e salumi, 2,8), Perfetti (caramelle e gomme da masticare, 2,4), Campari (bevande, 1,5), Nestlè Italia e Gesco Amadori entrambe con un fatturato di 1,4 miliardi di euro".

Secondo i dati di Oxfam, "le Dieci Grandi Sorelle del Cibo - Associated British Foods (ABF), Coca-Cola, Danone, General Mills, Kellogg, Mars, Mondelez International, Nestlè, PepsiCo e Unilever - generano complessivamente profitti per oltre 1,1 miliardi di dollari al giorno e danno lavoro, direttamente o indirettamente, a milioni di persone. Le loro filiere coinvolgono tutti i soggetti del sistema alimentare, dai produttori su piccola scala al consumatore medio".

Nel febbraio 2013 Oxfam ha lanciato la campagna Scopri il Marchio per mettere sotto la lente le politiche sociali e ambientali di queste aziende. Ebbene gli aderenti alla campagna hanno intrapreso oltre 700.000 azioni per sollecitare le 10 grandi multinazionali a migliorare le proprie politiche e sono riusciti a spingere queste imprese ad adottare politiche che possono influenzare positivamente le sorti di milioni di persone che vivono in povertà.

L’ultimo aggiornamento della pagella di Scopri il Marchio dimostra che tutte le multinazionali esaminate hanno compiuto evidenti progressi in molti settori; tutte, tranne una, rileva Oxfam, hanno migliorato il proprio punteggio di almeno il 10% negli ultimi tre anni. "I risultati testimoniano che le 'Dieci Sorelle' hanno dimostrato una migliore comprensione delle principali problematiche legate alla filiera del cibo e hanno assunto nuovi e più stringenti impegni riguardo alle politiche, in particolare nei settori dell’uguaglianza di genere, del diritto alla terra e del cambiamento climatico. Ma questo è soltanto l’inizio: ora - sottolinea Oxfam devono fare in modo che i propri fornitori mettano effettivamente in pratica tali impegni".

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