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Libia, Shah: "Aerei russi? Mosca sa che guerra entrerebbe in altra fase"

21 maggio 2020 | 20.53
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L'ex consigliere dell'Alto consiglio di stato libico all'Adnkronos: "Dietro questa mossa potrebbe esserci il tentativo di fermare la guerra nell'ovest e di impedire che si allarghi a est"

(Afp)
(Afp)

Dietro al dispiegamento di caccia di fabbricazione russa in Libia, non è chiaro se effettivamente russi o appartenenti al regime siriano, ci potrebbe essere il tentativo di Mosca di fermare la guerra nell'ovest del Paese, ormai quasi interamente riconquistato dalle forze di Tripoli, piuttosto che la volontà di portare la guerra ad un altro livello, con il rischio concreto di uno scontro con la Turchia.

"Non ci sono ancora al momento prove definitive che i caccia di fabbricazione russa dispiegati in Libia siano effettivamente russi o appartengano al regime siriano - dice all'Adnkronos Ashraf Shah, ex consigliere dell'Alto consiglio di stato libico, vicino al governo di Tripoli - I russi in tutti questi mesi hanno negato le accuse di intervento in Libia, se gli aerei fossero davvero loro non rappresenterebbero più solo una minaccia alla Libia ma alla Nato ed all'Europa".

Secondo Shah, Mosca "calcola bene che un passo come questo porterebbe la guerra in un'altra fase che non credo sia disposta a affrontare". Piuttosto dietro questa mossa potrebbe esserci il tentativo di "fermare la guerra nell'ovest della Libia e di impedire che si allarghi a est, per evitare il crollo dell'alleato".

Di fatto una mossa dimostrativa, dal momento che, secondo quanto sostiene l'esponente libico, "gli aerei sarebbero stati spostati dalla Siria tra il 14 e il 15 maggio e non si capisce perché non siano intervenuti nei giorni scorsi per bloccare la distruzione dei sistemi antimissili russi Pantsir da parte delle forze di Tripoli". Ne sono stati distrutti nove in totale, forniti anche dagli Emirati, e ognuno di questi costa 17 milioni di dollari.

"Quello di cui siamo sicuri - afferma poi Shah - è che abbiamo la forza sufficiente per rispondere alla mossa suicida di Haftar e dei suoi alleati, che hanno già perso la loro scommessa e centinaia di milioni di dollari in una guerra che doveva durare 48 ore per conquistare Tripoli. Il governo non si fermerà fino a quando non avrà tutto il potere sul territorio libico, anche a est, che non può restare una base militare emiratina, controllata da mercenari: è un'aggressione che non sarà mai accettata".

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