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Libia, tre anni fa la rivolta: futuro ancora incerto per il dopo Gheddafi

17 febbraio 2014 | 15.58
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Libia, tre anni fa la rivolta: futuro ancora incerto per il dopo Gheddafi

Roma, 15 feb. - (Aki) - A tre anni dall'inizio della rivolta contro Muammar Gheddafi e dalla morte dell'ex leader libico, a tre giorni dalla notizia di un presunto colpo di stato, la strada di fronte alla nuova Libia è ancora piena di insidie. In un discorso televisivo il premier Ali Zeidan, rapito a ottobre per poche ore, ha riconosciuto le ''difficoltà'' della nuova Libia.

Lunedì sera, per l'anniversario della rivoluzione, sono previsti nuovi festeggiamenti a Tripoli dopo le iniziative degli ultimi due giorni. Domenica sera piazza dei Martiri, quella che fu la Piazza Verde, è tornata a festeggiare e a riunire i libici sotto i fuochi d'artificio. I media locali parlano di una città vestita a festa con bandiere nuove di zecca.

Passati tre anni dalla 'Giornata della collera' di Bengasi che diede il via alle proteste contro Gheddafi, la Libia continua la sua 'battaglia' per la ricostruzione delle forze armate in un Paese che si è trasformato in una giungla di armi e una galassia di milizie. Il problema principale resta disarmarle e integrarle. La sicurezza è una delle sfide principali per il Paese e proprio oggi si sono conclusi i primi corsi del 2014 svolti dai Carabinieri a favore dei libici nell'ambito della missione di addestramento in Libia.

Intanto il Congresso generale nazionale (il Parlamento) deve fare i conti con la perdita di credibilità e le accuse di corruzione. Per giovedì sono in programma le elezioni per l'Assemblea che dovrà elaborare la nuova Costituzione, un passaggio chiave nel processo di transizione alla democrazia in Libia dopo 42 anni di dittatura di Gheddafi. La Carta sarà poi sottoposta a referendum popolare. Domenica la seduta del Congresso - che a dicembre ha votato perché la sharia (la legge islamica) diventi la base della legislazione e delle istituzioni dello Stato - è stata sospesa durante un acceso dibattito sul futuro dello stesso Parlamento, che nelle scorse settimane ha deciso di prorogare la legislatura di dieci mesi, oltre la scadenza del 7 febbraio. ''Non c'era modo di riuscire ad ascoltarsi'', ha detto l'indipendente Mohamed Ahmed Busnaina al giornale online Libya Herald. Al centro del dibattito ci sono le elezioni per il nuovo Parlamento, che potrebbero essere anticipate alla primavera alla luce delle forti pressioni popolari. Le continue tensioni e i problemi a livello di sicurezza hanno colpito l'economia. Nei mesi passati il blocco dei terminal da dove viene esportato il greggio libico è stato un nuovo segnale del livello dello scontro interno.

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