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L'indagine, dolore 2 baby-pazienti su 3 'snobbato' in Pronto soccorso

09 maggio 2014 | 14.51
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L'indagine, dolore 2 baby-pazienti su 3 'snobbato' in Pronto soccorso

Minorca, 9 mag. (Dall'inviata dell'Adnkronos Salute Barbara Di Chiara) - 'Pianto-capriccio' o perché il bimbo prova dolore? In Italia nel 37% dei piccoli che arrivano in pronto soccorso questa ultima ipotesi non viene valutata a dovere: in un caso su 3 il dolore non si 'misura' con le apposite scale, in uno su 5 non viene neppure registrato in cartella clinica, e nel 47% dei casi non viene applicato nessun protocollo per trattarlo. Così, solo un bambino su 3 riceve un farmaco per lenire il male. Eppure, il dolore è tuttora la prima causa di accesso al pronto soccorso per gli 'under 14': è quanto emerge dai dati raccolti da Piper (Pain in Pediatric Emergency Room), gruppo di studio sul dolore pediatrico in emergenza, attraverso un’indagine condotta su 19 pronto soccorso italiani dal 2010 al 2013.

"Passano in media 50 minuti prima che i piccoli pazienti siano visitati dal medico di Pronto soccorso - ricorda Franca Benini, responsabile del Centro regionale veneto di Terapia antalgica e cure palliative pediatriche all'università di Padova e coordinatrice del gruppo Piper - un tempo infinito se stanno provando dolore". Per migliorare la situazione il gruppo Piper, in occasione del IV Multidisciplinar Pain Meeting in corso a Minorca, presenta le prime raccomandazioni in materia da diffondere in tutte le strutture sanitarie italiane: si tratta delle 'linee guida' di intervento per la fase di triage, quando il bimbo viene esaminato per indirizzarlo alle cure più adeguate al suo caso, e per le procedure che possono provocare dolore. "Si tratta - spiega Benini - di raccomandazioni formalizzate per la prima volta, stilate tenendo conto della letteratura scientifica sull’argomento e delle conoscenze attuali in materia di gestione del dolore pediatrico, che riguardano ad esempio procedure molto frequenti e temute dai bambini, come le iniezioni o le suture".

"Il nostro obiettivo - aggiunge l'esperta - è accelerare l’impiego dei farmaci per ridurre il tempo passato soffrendo dolore, delegando ad esempio agli infermieri la somministrazione di prodotti sicuri e ben tollerati anche dai bambini. Purtroppo c’è tuttora la paura a dare antidolorifici ai più piccoli, temendo effetti collaterali: in realtà noi somministriamo moltissimi farmaci ai nostri figli senza preoccuparci altrettanto delle loro possibili conseguenze, il dolore invece non viene considerato come un sintomo da trattare".

"Il dolore è un problema sottovalutato e l'applicazione della legge 38/2010 è ancora inadeguata, anche e soprattutto in pediatria - sottolinea Marco Spizzichino, dirigente Ufficio XI, Direzione programmazione sanitaria del ministero della Salute - è essenziale porre attenzione alla gestione del dolore nei Pronto soccorso pediatrici e queste nuove raccomandazioni sono fondamentali per migliorarla: l’obiettivo, ora, è distribuirle a tutte le strutture sanitarie del Paese per far sì che vengano applicate ovunque, riducendo le disuguaglianze di trattamento fra Regioni tuttora esistenti. Non è tollerabile che un bimbo debba provare dolore anche solo per un banale prelievo: si tratta di fastidi che la medicina sa, può e deve risolvere".

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