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Lavoro: l'indagine, nel 2014 aumento più alto stipendi dal 2010

26 maggio 2015 | 15.05
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Nel 2014 un aumento del 5,8% per gli operai la cui retribuzione totale annua lorda media è di 24.860 euro

Lavoro: l'indagine, nel 2014 aumento più alto stipendi dal 2010

"Nel 2014 si registra l’aumento più alto degli stipendi dal 2010". E' quanto emerge dal Rapporto in materia di retribuzioni del settore privato realizzato da OD&M Consulting, società specializzata in HR Consulting di Gi Group. A confronto con l’anno solare 2013, andando in ordine di crescita percentuale, si è registrato nel 2014 un incremento del 5,8% per gli operai la cui retribuzione totale annua lorda (rta) media è di 24.860 euro, un aumento del 4,8% per gli impiegati a quota 29.931 euro di (rta) media, +4,4% per i dirigenti che raggiungono i 115.791 euro di (rta) media, per arrivare al +2,3% dei quadri con una (rta) media di 55.402 euro.

Sia nell’ultimo anno che nell’intero quinquennio l’aumento degli stipendi è stato determinato principalmente dalla crescita della componente fissa per tutte le categorie per il solo 2014 per i dirigenti la quota fissa ha registrato +4,9%, per i quadri +2,3%, per gli impiegati +4,6% e per gli operai +5,9%.

Le retribuzioni di tutte le categorie sono cresciute maggiormente rispetto all’inflazione. Confrontando, infatti, il trend misurato nel quinquennio 2010-2014, gli stipendi di dirigenti, impiegati e operai sono cresciuti maggiormente per la prima volta anche rispetto all’inflazione dei beni ad alta frequenza di acquisto, mentre la crescita delle retribuzioni dei quadri resta, invece, ancora al di sotto di entrambi gli indici dell’inflazione. La tendenza rilevata è quella di un potenziale aumento del potere d’acquisto per quasi tutte le famiglie professionali del mercato, non del tutto apprezzabile, però, a causa della bassa inflazione.

In generale, la quota variabile dello stipendio negli ultimi cinque anni non si è modificata: dall’11,7% di incidenza sul fisso nel 2010 al 12,1% nel 2014 per i dirigenti, dal 7% nel 2010 al 6,7% l’anno scorso per i quadri, dal 2,7% nel 2010 al 3% nel 2014 per gli impiegati, dal 2,7% nel 2010 all’1,7% l’anno scorso per gli operai.

Anche il numero di percettori effettivi è aumentato solo di poco nel quinquennio nel caso di dirigenti, quadri e impiegati, ed è diminuito per gli operai; tuttavia da segnalare che nell’ambito dell’utilizzo di questa leva per le fasce medio-alte della popolazione lavorativa (maggiormente determinanti per il raggiungimento dei risultati aziendali), per i dirigenti si è registrata una crescita di oltre il 10% della quota di retribuzione variabile effettivamente percepita nei 5 anni.

“La dinamica positiva -afferma Simonetta Cavasin, amministratore delegato di OD&M Consulting- rilevata già nel 2013 si è confermata a consuntivo anche del 2014, con un’ulteriore crescita delle retribuzioni, la migliore misurata nel quinquennio per tutti gli inquadramenti. Da precisare che in tale risultato il bonus Irpef di 80 euro ha avuto un’incidenza parziale per alcune categorie e stimabile nella copertura di circa il 50% dell’incremento medio registrato per gli stipendi di una fascia di impiegati e operai".

"In generale ci preme, invece, sottolineare -spiega- il trend effettivo di ripresa di gestione della politica retributiva da parte delle aziende, segnale indicativo di una maggiore fiducia in linea con la situazione Paese e altresì riflesso di un maggiore dinamismo del sistema domanda-offerta di lavoro, a seguito del quale le retribuzioni diventano, pertanto, una leva di retention".

"I sistemi incentivanti -assicura- potrebbero essere certamente utilizzati di più in termini di produttività e coinvolgimento di alcune fasce di popolazione aziendale, tuttavia non è trascurabile la crescita del peso del variabile sulla retribuzione fissa per i dirigenti nell’ultimo quinquennio”.

“Da segnalare che -sottolinea Cavasin- gli aumenti del 2014 hanno riguardato buona parte del territorio nazionale e coinvolto anche aziende di medie o piccole dimensioni a dimostrazione di uno sforzo diffuso a contrasto della crisi per il recupero di competitività. In particolare, è il tessuto della media impresa che è riuscita a superare gli anni più duri riorganizzandosi e aprendosi alle opportunità dell’internazionalizzazione e dell’innovazione a confermarsi oggi il motore dell’economia, anche attraverso le dinamiche retributive rilevate”.

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