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Imprese: l’indagine, stipendi dirigenti più legati al merito nel 2013

17 giugno 2014 | 09.41
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Studio sui compensi nel 2013, dei consigli di amministrazione realizzato da Mercer.

Imprese: l’indagine, stipendi dirigenti più legati al merito nel 2013

Diminuzione delle retribuzioni per i presidenti non esecutivi fino al 34%, aumento dei premi legati alle performance degli amministratori delegati fino al 26%, maggiore trasparenza e forte impatto della nuova regolamentazione sulle politiche di retribuzione dei dirigenti, aumento delle donne nelle posizioni di comando. Sono alcuni dati emersi dallo studio sui compensi nel 2013, dei consigli di amministrazione realizzato da Mercer, prima società al mondo sui temi di consulenza direzionale Hr.

Un amministratore delegato nel 2013 ha guadagnato, mediamente, tra 1.772.000 e 1.853.000 euro, comprensivi di incentivo a breve termine. I presidenti di holding invece passano da una mediana di 400.000 euro a 265.000 euro. L’adeguamento alle disposizioni dei regolatori (Consob, Banca d’Italia, Ivass) ha portato a una netta diminuzione della remunerazione fissa per i presidenti non esecutivi, che raggiunge il -34%.

Diverso invece il capitolo degli amministratori delegati. Dai dati si evince un incremento del 26% nell’erogazione degli incentivi di breve termine collegati alle performance. “Le performance borsistiche delle società del campione sono state positive -commenta Marco Morelli, amministratore delegato Mercer Italia- così come altri indicatori economici, finanziari e gestionali rispetto all’anno precedente, salvo alcune note eccezioni dovute soprattutto a un’impostata corretta azione sul bilancio per sostenere la crescita futura. Di conseguenza, si è rafforzato il legame tra i compensi degli amministratori esecutivi e la creazione di valore. L’Italia mostra così un migliorato livello di Pay for performance in linea con le best practice”.

Gli incentivi variabili di breve termine erogati agli amministratori delegati variano da 0 a oltre 1.786.000 euro, con una mediana di 434.000 euro. La presenza di valori pari a zero (mancata erogazione del bonus) conferma l’efficacia dei sistemi di incentivazione adottati, che vanno a premiare solo dove meritato. Le società quotate e le partecipate pubbliche hanno puntato a una presenza maggiore di donne nei consigli di amministrazione e collegi sindacali, come richiesto dalla normativa e in linea con la tendenza globale.

Rispetto al dato 2012, che vedeva solo il 74% dei cda annoverare donne in carica, quest’anno la percentuale ha raggiunto l’84%. Su 534 membri dei board, 55 sono donne mentre su 116 amministratori esecutivi, 5 sono donne, dato in crescita rispetto alle 3 in carica nel 2012. Inoltre, 6 società su 38 hanno Board senza donne; in percentuale significa che nel 16% dei casi i Board non hanno rappresentanza femminile.

“L’attenzione maggiore verso le retribuzioni dei dirigenti è confermato dal ruolo sempre più centrale e critico del Comitato per la remunerazione, costituito all’interno del consiglio di amministrazione, formato per lo più (come richiesto anche dal Codice di autodisciplina) da membri indipendenti”, spiega Morelli. Tale organo ha compiti consultivi e di proposta in materia di compensi oltre che l’onere di valutare l’adeguatezza, la coerenza e la corretta applicazione delle politiche retributive.

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