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L'intercettazione: "Morti in 6 per questo giochino e noi lo sappiamo"

03 agosto 2019 | 19.45
LETTURA: 6 minuti

A parlare è uno degli indagati della banda dello spray

(Afp)
(Afp)

''Io in questo bordello ci stavo solo per te e lui non per altro. Siamo andati a una festa, fra', e son morte 6 persone. io ch'ho ancora...ancora quella cosa non va via fra'. In questo gioco fra son morte 6 persone per questo giochino e noi lo sappiamo...e la cosa che è consapevolezza che fa male fra, e tu lo sai vecchio. Sempre qualcosa da nasconderci, sempre qualcosa da non pensarci fra. E' andata così, è andata così fra'. A parlare, in una intercettazione contenuta nell'ordinanza firmata dal gip di Ancona, è uno degli indagati della banda dello spray. Secondo il gip, è evidente la sua consapevolezza "in ordine al fatto che la tragedia sia stata la diretta conseguenza di quello che lui stesso indica come un 'giochino', ovvero la loro attività criminosa". Sono altresì significative, rileva l'ordinanza, le affermazioni che mettono in luce la stato d'animo riconducibile alla tragedia (''è la consapevolezza che fa male'') e in particolare per essere costretto a ''nascondersi'' e a ''non pensarci''.

Non era la prima volta che usavano la stessa tecnica. E' quanto emerge sempre dalle intercettazioni. "Perché a Milano io ho rubato più in giro che in discoteca. E' un'occasione, Milano è occasione", dice il 21 aprile scorso uno degli indagati per la strage di Corinaldo. Racconta anche "di un'occasione nella quale è andato a rubare in una discoteca della Repubblica Ceca". E dice "(...) siamo entrati, la serata faceva schifo, era un posto grandissimo mezzo vuoto, , io spray per farmi un 40 (riferito al peso e/o ai carati dì una collana) tedeschi di merda, sono venuto fino qua e non ne faccio nemmeno una?". E ancora su 'Sfera Ebbasta': "Come a Milano all'Alcatraz l'ho fatta... che ho messo la mano quasi sotto la giacca... anche quella (ine.) fra tu hai perso un minuto a guardarmi in faccia a dirmi, ce l'hai in bocca?" Io sono stato con (...) a Sfera Ebbasta, di nuovo, senza di te, abbiamo preso Flixibus, ti ricordi che siamo andati a prenderlo con (...)". E ancora. "Me la so messa in bocca (dopo il furto la collana viene occultata in bocca) sentivo i peli - si sente in un'intercettazione -, perché sono andato in bagno me la sono andata a sciacquare...ah! L'ho vista adesso ci sono i peli arancione anche, porca troia ho fatto tutto quel casino'. (...): "Ma io cosa ti ho detto a te daii'inizio teniamo quello li da trenta (30 grammi)".

La sera della tragedia di Corinaldo i componenti della banda dello spray, si legge sempre nell'ordinanza, che riporta un'intercettazione ambientale tra gli indagati, incontrarono per caso l'artista atteso alla discoteca della strage in un'area di servizio. I ragazzi, si legge nel provvedimento, "rammentano il fatto che, durante il viaggio di ritorno, presso un'area di servizio, avevano incontrato l'artista Sfera Ebbasta" e uno di loro era quasi intenzionato a rubargli la collana: "Se non era stato per i morti te lo giuro (...) lì, gliela faceva". Nella conversazione si sente uno degli indagati dire "Sfera Ebbasta è solo un pagliaccio (...) lo schifo è una m..., ha rovinato tutto fra". E un altro: "Pensa fra che affamato quella sera lui è andato all'Altro Mondo e poi doveva venire lì" ; "doveva fare due serate (...)". A un certo punto i ragazzi ricordano l'incontro con il rapper: "Io lo schifo proprio come persona.., ci stavo per litigare in autogrill lo stavo per bussare quel figlio dì (...) diceva con quella faccia da (...) e la collana così fuori". E la replica: "La collana quella con la chitarra fra... li se non era stato per i morti te lo giuro (....) lì gliela faceva, lo guardava in un modo...".

Ci sono anche ragazze coinvolte nei furti della banda dello spray a quanto emerge dall'ordinanza del gip di Ancona, emessa nell'ambito delle indagini sulla strage di Corinaldo. In particolare, il provvedimento cita il caso di una giovane "la quale, oltre a partecipare ai furti, ha messo a disposizione il suo veicolo ovvero ha dato la disponibilità per condurre quello degli indagati privi di patente", oltre a quello di altri due soggetti "reclutati per supplire alle temporanee assenze di alcuni componenti del gruppo criminale". Coinvolta nei 'blitz' della banda anche un'altra ragazza che, si legge nel provvedimento, "si rende disponibile anche per 50 euro" a partecipare alle azioni ma con cui poi i rapporti si rompono a causa di un debito non pagato. In una intercettazione uno degli indagati racconta di un litigio avuto con i ''genovesi'' (una banda rivale) "verificatosi mentre si trovava nella discoteca ''Nord Est'' di Caldogno (VI); la lite era scaturita a seguito del furto di una collana che i ''genovesi'' avevano rivendicato come la loro". In quella occasione era presente anche la donna che poi, "a seguito di tale episodio non aveva più partecipato alle altre azioni delittuose poiché non aveva ricevuto la somma di 50 euro che le era stata promessa per l'apporto fornito per la serata". Successivamente, la donna "ha stretto amicizia con i ''genovesi'' ed ha cominciato a frequentarli, fino a collaborare con loro nell'attività illecita".

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